Una maggiore attenzione alla sostenibilità e all'utilizzo delle risorse idriche, l'adattamento ai cambiamenti climatici e una maggiore consapevolezza dei consumatori - dopo anni di campagne informative - dovrebbero portare a due fenomeni in particolare nel prossimo decennio: incrementare le produzioni per alcune tipologie di prodotto (trascinate da un aumento delle rese) e, allo stesso tempo, il consumo di frutta e verdura, almeno per alcune tipologie. Si sta assistendo, già in questa fase, a una più forte richiesta di piccoli frutti e frutti rossi, ricchi di antiossidanti, a discapito di altre varietà.

Entro il 2031 la produzione sia di pomodori freschi che di pesche e nettarine dovrebbe diminuire (rispettivamente di -0,4% e -0,5% all'anno). Il calo della produzione di pomodori è dovuto principalmente al forte calo della produzione invernale in Spagna e al passaggio a pomodori di piccola pezzatura, che hanno un volume inferiore ma un valore aggiunto maggiore. I produttori spagnoli stanno anche passando ad altre colture più redditizie in inverno a causa della forte concorrenza del Marocco. Per pesche e nettarine, la continua diminuzione della superficie coltivata sta spingendo al ribasso la produzione.

La produzione totale di mele dovrebbe rimanere stabile entro il 2031, a 11,1 milioni di tonnellate. Questo è il risultato della diminuzione della superficie coltivata e dell'aumento delle rese derivanti dall'introduzione di nuove varietà nane ad alto rendimento e da una migliore gestione agronomica.

La produzione si sta spostando da prodotti ad alta concentrazione, come il concentrato di pomodoro, a prodotti meno concentrati e a maggior valore aggiunto come le conserve di pomodoro, le passate, le salse di pomodoro ei prodotti biologici.


Sale il consumo di frutta fresca

Entro il 2031 si prevede che il consumo di frutta e verdura fresca nell'Ue aumenterà, spinto da una crescente consapevolezza dei consumatori sui vantaggi dell'adozione di una dieta ricca di frutta e verdura, nonché da iniziative pubbliche per promuoverne il consumo.
In particolare, il consumo di arance fresche - secondo l'Agricultural Outlook presentato alla fine del 2021 - dovrebbe aumentare a 13,3 chilogrammi pro capite (+0,5% annuo), grazie al consumo di succhi d'arancia appena spremuti nei supermercati, bar e ristoranti.

Nello stesso periodo, si prevede che il consumo pro capite di mele fresche nell'Ue aumenterà a 15 chilogrammi (+0,6% all'anno), grazie alla modifica delle varietà di mele come risposta alle preferenze dei consumatori, in particolare in Polonia. Nonostante l'aumento previsto, la mela sta perdendo la concorrenza di prodotti più trendy come frutti tropicali e piccoli frutti. Anche le pesche stanno perdendo quota nel paniere di frutta totale.

Entro il 2031, il consumo pro capite di pomodori freschi dovrebbe rimanere stabile (15 chilogrammi), con un aumento del consumo di pomodori di piccole dimensioni.

In contrasto con l'aumento del consumo di frutta e verdura fresca, si prevede che il consumo di frutta trasformata continuerà a diminuire. Ciò è dovuto al continuo calo dei succhi che rappresentano la quota maggiore. D'altra parte, il consumo di composta (soprattutto quella biologica e senza zuccheri aggiunti) e di sidro dovrebbe continuare a crescere.
Per le pesche in scatola ed essiccate, l'attuale disponibilità limitata e i prezzi elevati potrebbero anche influenzare il consumo a medio termine, poiché i consumatori (compreso il servizio di ristorazione) potrebbero passare ad altri prodotti trasformati.

Nel frattempo, il consumo di pomodori trasformati dovrebbe rimanere stabile (18 chilogrammi). Nonostante la crescente domanda di alimenti trasformati, la quantità di pomodori trasformati utilizzata rimane la stessa. Questo è il risultato di una diminuzione della concentrazione di pomodori crudi nei prodotti trasformati a causa, tra l'altro, di miscele con altre verdure.


Export di frutta e verdura fresca stabile

Entro il 2031, le esportazioni comunitarie di mele fresche e pomodori dovrebbero stabilizzarsi rispettivamente a 1,1 milioni di tonnellate e 390mila tonnellate (-1,2% e -1,8% all'anno). La Russia, che era il più grande mercato di esportazione per l'Unione Europea, il cui accesso non è ormai più consentito, è sempre più autosufficiente.

Entro il 2031 le importazioni dell'Ue di mele fresche dovrebbero diminuire (-3% all'anno rispetto al 2020) spinte dalla maggiore disponibilità interna di mele di alta qualità; al contrario, le importazioni di pomodori freschi potrebbero continuare ad aumentare (+2,7% all'anno), con provenienza prevalentemente da Marocco, Turchia e Tunisia.


Polonia primo produttore dell'Ue per le mele

Entro il 2031, si prevede che la produzione di mele trasformate aumenterà in Francia, Italia e Polonia, passando dallo 0,5% all'1,2% all'anno. In Ungheria la produzione dovrebbe aumentare leggermente (+0,2% annuo). Al contrario, la produzione in Germania potrebbe scendere a 236mila tonnellate entro il 2031, un calo di quasi il 2% all'anno rispetto al 2020.


Prospettive negative dal lato della domanda

Si prevede che il consumo pro capite di mele trasformate (ad esempio succhi, composte) diminuirà in Francia, Germania, Italia e Polonia. Dinamiche opposte sono attese in Ungheria con una crescita annua del 2,1%. Dal lato della domanda, il motivo principale alla base del previsto calo è la maturità del mercato, che rende il prodotto tradizionale meno attraente per i consumatori, nonché i problemi di salute legati all'alto contenuto di zucchero di alcuni prodotti.


Commercio in linea col passato

I principali Paesi produttori europei dovrebbero mantenere l'attuale posizione commerciale netta. In particolare, le importazioni nette dovrebbero diminuire in Francia e Germania, registrando un calo medio annuo di circa il 2-3%, mentre per Italia, Polonia e Ungheria si stima che le esportazioni nette aumenteranno entro il 2031.