Ieri sera a Cagliari poco dopo le 19.00 si è tenuta una riunione straordinaria della Giunta regionale della Sardegna che ha dichiarato lo stato di emergenza in tutto il territorio colpito dalle fiamme fino al 31 ottobre prossimo. Alla riunione hanno partecipato anche i sindaci dei comuni colpiti: Cuglieri, Sennariolo, Tresnuraghes, Flussio, Modolo, Tinnura, Suni, Santu Lussurgiu, Scano Montiferro, Sagama, Macomer, Arzana e Villagrande. Poco dopo, da Ajaccio, è giunta una telefonata di solidarietà da parte del presidente corso Gilles Simeoni, che parlando con il presidente sardo Christian Solinas ha assicurato "la disponibilità per ogni forma di collaborazione".
Solinas, è stato di emergenza regionale
"La macchina della Regione Sardegna - ha detto ieri pomeriggio il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas - è interamente mobilitata: 7.500 uomini, 20 mezzi aerei (sette Canadair e 13 elicotteri) sono impegnati senza sosta per affrontare un momento drammatico per tutta la Sardegna"."Chiediamo al Governo - ha aggiunto il presidente Solinas - un sostegno economico immediato per ristorare i danni e aiutare le comunità colpite a ripartire". "Scriverò al presidente Mario Draghi - prosegue - per chiedere anche che una quota del Piano nazionale di ripresa e resilienza sia subito destinata alla Regione Sardegna per un grande progetto di riforestazione, che rimargini queste terribili ferite".
Più tardi, nella delibera con la quale è stato dichiarato lo stato di emergenza, la Giunta ha espressamente indicato la possibilità che nei territori interessati possa essere dichiarato lo stato di emergenza nazionale. Ed è stata richiesta alla direzione generale del Corpo forestale della Sardegna, alla direzione generale dell'Agricoltura e alla direzione generale della Protezione civile la stima dei danni arrecati dalle fiamme a boschi, aziende agricole, abitazioni ed infrastrutture.
Il presidente Solinas ieri ha continuato a seguire incessantemente l'evolversi della situazione e ha coordinato la macchina regionale antincendio con l'ausilio dell'assessore dell'Ambiente Gianni Lampis, attraverso la sala operativa della Protezione civile guidata da Antonio Pasquale Belloi, ed il Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna, diretto dal comandante Franco Masnata, che ha mobilitato anche Forestas, Vigili del fuoco, Compagnie barracellari e decine di associazioni di volontariato.
Solinas ha più volte interloquito con Fabrizio Curcio, direttore del dipartimento nazionale della Protezione civile, ottenendo i rinforzi di ulteriori mezzi aerei dalla penisola per contrastare il meglio possibile l'avanzata del fuoco.
Murgia, stato di emergenza apre a ristori Governo
In particolare, in serata di ieri sono giunti mezzi aerei anticendio anche da Francia e Grecia - come confermato ad AgroNotizie dall'assessora all'Agricoltura Gabriella Murgia:"Ci risulta formalmente che i Canadair siano già sull'isola pronti a dare un supporto".L'assessora Murgia, ieri sera, ha altresì dichiarato ad AgroNotizie: "La situazione è ora sotto controllo, passeremo una notte tranquilla anche se ci sono ancora focolai attivi, fortunatamente non ci sono state vittime". Per quanto riguarda la delibera di stato di emergenza ha sottolineato come "permette di sburocratizzare tutte le procedure e chiedere i ristori al Governo per i danni subiti". Inoltre ha affermato: "Al momento resta necessario accertare mediante le indagini, che sono in corso, l'origine del rogo e la sua natura". Non è ancora chiaro infatti se alla base dell'evento vi sia o meno un atto umano e doloso e su tanto indagano gli uomini e le donne del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna. Infine la Murgia ha affermato che è pronta ad attivare le misure della forestazione del Programma di sviluppo rurale per riparare al danno di migliaia di ettari distrutti dal fuoco. Si renderà necessaria una rimodulazione di risorse e la proposta sarà presentata al Comitato sorveglianza.
Coldiretti, una vera catastrofe
Secondo Coldiretti Sardegna si tratta di "una vera e propria catastrofe". Oltre ai centri abitati, assediate dalle fiamme, devastate e accerchiate dagli incendi sono anche le campagne con gli allevatori impegnati in una corsa contro il tempo anche durante la notte per recuperare gli animali, alcuni dei quali sono stati raggiunti dalle fiamme.Una apocalisse ambientale con migliaia di ettari di lecci, roverelle e sughere secolari andati in fumo soprattutto tra il Montiferru e la Planargia, un vero polmone verde, epicentro degli incendi che sono divampati e andati avanti tutta la notte tra il 24 ed il 25 luglio tra i comuni di Santu Lussurgiu, Cuglieri, Sennariolo, Tresnuraghes, Magomadas, Flussio e Tinnura. Ma è caro il prezzo che si sta pagando anche su Usellus, Villaverde e Villaurbana, Arzana e Fonni.
Numerose le aziende agricole coinvolte, dove molti allevatori sono rimasti impegnati tutta la notte tra il 24 ed il 25 luglio a presidiare le strutture e a recuperare e mettere al sicuro il proprio bestiame.
I danni sono già ingenti: oltre a pascoli e recinzioni e il patrimonio boschivo, in alcuni casi si sono persi anche gli animali, capannoni fienili con le scorte di foraggio e altre strutture e mezzi. Alcune aziende sono rimaste senza acqua e corrente elettrica.
"Ancora una volta stiamo vivendo un disastro ambientale ed economico che purtroppo sta interessando anche i centri abitati, oltre che il mondo delle campagne - commentano i presidenti di Coldiretti Oristano e Nuoro-Ogliastra Giovanni Murru e Leonardo Salis -. Stiamo monitorando, con i direttori, i nostri presidenti e segretari di zona, le singole situazioni e siamo vicini a tutte le aziende agricole e ai cittadini che hanno e stanno vivendo momenti difficili. Chiediamo a tutti massima cautela".
"Adesso è il tempo dell’emergenza e ringraziamo tutte le forze impegnate nelle operazioni di spegnimento coordinati dalla Protezione civile per il lavoro che stanno facendo - continuano Murru e Salis -. Sappiamo già purtroppo che il conto da pagare sarà pesantissimo per le aziende agricole e che stiamo perdendo un patrimonio ambientale prezioso che ci vorranno decenni per recuperarlo".