Secondo il rapporto L’olio italiano al tempo del Coronavirus presentato qualche giorno fa da Coldiretti, Unaprol e Ismea a Chiaramonte Gulfi (Ragusa), i dettagli del quale non risultano allo stato ancora diffusi, la produzione di olio extravergine di oliva italiano dovrebbe scendere nell’annata olivicolo olearia 2020/2021 a circa 287mila tonnellate, il 22% in meno della campagna precedente, assestatasi su 366mila tonnellate, smentendo la ridda di voci delle scorse settimane che davano invece in arrivo una nuova annata di carica.

Non solo, la produzione olearia a livello mondiale è attesa in diminuzione secondo quanto diffuso dal Dipartimento federale per l'agricoltura degli Usa.

E ieri alla Borsa merci di Bari l’extravergine di oliva con acidità massima del 4% ha guadagnato altri 10 centesimi di valore, sulla precedente quotazione del 15 settembre. Una variazione che non trova certo una spiegazione nelle giacenze di olio Evo in Italia, che restano più alte del 66,9% rispetto ad un anno fa, dato che raggiunge il 91,3% in più, se si guarda al solo Evo di produzione nazionale.

Anche se le previsioni produttive per l'Italia sono ancora da prendere con beneficio d'inventario perché “bisognerà fare i conti con il clima, che ha favorito una maturazione precoce delle olive al Sud, e con l’andamento delle piogge e delle temperature nei prossimi mesi – scrive Coldiretti in una nota – la tendenza ad una diminuzione della produzione sembra ormai tracciata.

A pesare su questo ingente calo produttivo, secondo l’organizzazione agricola “è il crollo dei raccolti nelle regioni del Sud, a partire dalla Puglia, dove si concentra circa la metà dell’intera produzione nazionale, mentre nel Centro Nord i numeri sono un po’ ovunque in netto aumento”.


Il mercato dell’olio Evo ieri a Bari

Non a caso il mercato rispetto a queste previsioni propone si una reazione al rialzo, ma improntata a cautela. Anche se ieri la Commissione Olio della Borsa merci di Bari nel fissare l’olio extravergine di oliva con acidità massima del 4% a 4 euro al chilogrammo sui valori massimi e 3,80 euro sui minimi, ha definito tali aumenti di 10 centesimi sensibili.

Resta un fatto: il prezzo dell’extravergine di qualità torna su un valore, i 4 euro, dal quale mancava da molto tempo. L’ultimo rialzo – sempre di 10 centesimi – si era registrato nella seduta del 1° settembre, all’indomani dell’asta indigenti Agea, che aveva ritirato dalle giacenze di olio in Italia ben 3.293,6 tonnellate di prodotto comunitario, se pur al discutibile prezzo di 2,31 euro al chilogrammo.

Ieri la Commissione olio ha rilevato anche i prezzi per l’olio extravergine biologico, che pure cresce di 10 centesimi, portandosi a 4,20 euro sui minimi e 4,60 sui massimi. Stessa sorte tocca all’extra vergine Dop Terra di Bari, che passa da 3,90 a 4,00 euro.


Variazione delle giacenze neutre rispetto al prezzo

Su queste variazioni di prezzo non hanno potuto incidere le variazioni delle giacenze. Secondo il report Frantoio Italia n. 26 dell’Istituto centrale per la qualità e repressione frodi, pubblicato dal Mipaaf il 21 settembre scorso, “Lo stock di olio detenuto in Italia il 16 settembre 2020 ammonta a 268.366 tonnellate, di cui il 71,6% è rappresentato da olio Evo. Nell’ambito dell’olio Evo, il 52,5% (100.952 t) è di origine italiana e il 39,4% è di origine Ue. Marginali gli stock di olio extra Ue (9.324 t) e di oli blend (6.216 t)”. Il tutto con una variazione negativa di appena il 7,43% rispetto al 5 agosto, quando l’olio Evo presente in Italia nel suo complesso era pari a 207.692 tonnellate, mentre la giacenza al 16 settembre è comunque ancora attestata a 192.265 tonnellate

Ma la situazione è messa ancora peggio se confrontata a 12 mesi prima: “Rispetto al 15 settembre 2019, le giacenze di olio risultano nel complesso superiori del 50,1%. – afferma Frantoio Italia - Tale differenza è da attribuire prevalentemente alle variazioni di giacenza dell’olio Evo in generale (+66,9%) e di quello italiano, in particolare. Infatti, rispetto al 15 settembre 2019, lo stock di olio Evo italiano è maggiore per una quantità pari a 48.189 tonnellate (+91,3%)".