466 milioni di euro. E' questo l'ammontare del valore delle opere previste in Emilia Romagna dal Piano Anbi di efficientamento della rete idraulica del Paese e presentate a Bologna lo scorso 15 settembre nel quadro degli interventi proposti per le aree settentrionali ed orientali del Paese.

Il nostro Piano risponde alle emergenze climatiche, offrendo nuove prospettive occupazionali nella cornice del Green New Deal”, afferma Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi), ricordando gli oltre 4 miliardi di investimenti e 21mila posti di lavoro previsti in tutta Italia. Per aumentare la resilienza dei territori all’estremizzazione degli eventi atmosferici, bisogna aumentare la capacità di trattenere le acque al suolo, oggi ferma all’11%, incrementando il numero degli invasi, ma anche manutenendo quelli esistenti, così come completando le troppe opere idrauliche tuttora incompiute. 
Premessa al miglioramento dell’efficienza– aggiunge il presidente di Anbi – è però lo snellimento degli iter burocratici, utili se non diventano solo un ostacolo come nel caso di alcuni provvedimenti previsti dal Decreto Rilancio ed ancora in attesa, dopo mesi, di essere attivati. A chiederlo è il Paese, che esce dalla pandemia con la necessità e la voglia di cambiare modello di sviluppo, al cui servizio operano quotidianamente i Consorzi di bonifica ed irrigazione”. 

L’acqua è un bene primario che non possiamo sprecare - ha dichiarato Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e della Conferenza Stato Regioni – Per questo è importate lavorare insieme avendo sempre presenti tre obiettivi precisi: programmazione rigorosa degli investimenti, precedenza alle priorità strategiche e tempi rapidi di attuazione. Il piano presentato oggi mi pare vada in questa direzione. Abbiamo davanti grandi sfide, prima tra tutte il contrasto al cambiamento climatico, un impegno che farà parte anche del prossimo Patto per il lavoro e per il clima della Regione Emilia Romagna e che firmeremo a breve con le parti sociali. In quest’ambito, il Recovery Fund europeo, con i 208 miliardi di euro assegnati all’Italia, rappresenta un'occasione formidabile per il futuro del Paese: se saremo capaci di spendere bene quelle risorse, avremo la possibilità di risalire velocemente, trasformando l’impatto della pandemia in opportunità. Infine, come Regione, dovremo rivedere la destinazione dei prossimi fondi europei, risorse che andranno rimodulate in base alle esigenze post Covid-19 e che potranno essere determinanti per le nostre infrastrutture, sia materiali che digitali, l’ambiente e la sostenibilità”.

Al termine dell’incontro il segretario generale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po-ministero dell’Ambiente Meuccio Berselli ha evidenziato come sia “rilevante fare questi incontri sui diversi territori, farli in tempi rapidi per riuscire a dare risposte concrete e tangibili alle comunità che le chiedono sia sul fronte della sicurezza idraulica, che per un contestuale miglioramento ambientale e per lo sviluppo di una agricoltura sostenibile. E’ in quest’ottica che i progetti presentati da Anbi risultano quanto mai essenziali”.

Coordinata da Andrea Gavazzoli, la giornata ha visto anche gli interventi di Irene Priolo e Alessio Mammi, rispettivamente assessori dell'Ambiente e dell'Agricoltura in Emilia Romagna, il direttore generale di Anbi Massimo Gargano e il presidente di Anbi Emilia Romagna, Massimiliano Pederzoli. Da remoto si sono invece collegati gli assessori all’Agricoltura della Lombardia, Fabio Rolfi, e del Friuli Venezia Giulia, Stefano Zannier, interessati dal Piano Anbi per le regioni di competenza.