Ieri il grano duro fino nazionale alla Borsa merci di Foggia, principale mercato all'ingrosso del Sud, ha confermato i prezzi dell’8 aprile scorso, quando si era verificato il rialzo di ben 10 euro, tornado così a segnare 310 euro alla tonnellata sui massimi. Forse il segno di un ritorno alla stabilità che giunge dopo il rialzo della scorsa seduta, seguito alla mancata quotazione nella seduta del 1° aprile, che andava a chiudere una successione di tre settimane a prezzi fermi. A Bari il 14 di aprile - martedì in Albis - non è stato inserito nel calendario della Borsa merci, pertanto non sono state rilevate le quotazioni del cereale pastificabile.

E dai mercati in campagna – rilevati da Ismea - arriva una nuova raffica di aumenti dei prezzi: Campobasso (+4,4%), Napoli (+1,6%), Foggia (+1,7%) e Bari (+0,8%). Stabile solo Matera sulla scorsa settimana. Il minimo comune denominatore di questi incrementi è il periodo di esaurimento parziale delle scorte e le notizie sui danni da siccità alla coltura sul prossimo raccolto.

Il tutto avviene con sullo sfondo il mercato americano che a Chicago ha recuperato il 2,53% sulla scorsa settimana e che si è riportato a -0,28% rispetto all’inizio d’anno, registrando una nuova avanzata e ancora trascinati dalla crisi da Covid -19, sull’onda della pressione della domanda, divenuta insistente.
 

Bmti, effetto Covid-19

E di aumenti indotti da un effetto Covid-19 parla anche la newsletter cereali della Borsa merci telematica italiana, diffusa nel pomeriggio di ieri. Con i pastifici a caccia di semola, in tutta Italia, sono saliti sia i prezzi del semilavorato che della materia prima. Il Fixing indicativo nazionale camerale elaborato da Bmti a fine marzo a messo a segno un incremento del +2,4% rispetto al mese precedente”.
“La crescita rispetto allo scorso anno – sottolinea Bmti – supera invece i 20 punti percentuali. E ulteriori aumenti si sono osservati anche in avvio di aprile”.

Sul fronte delle importazioni, secondo la newsletter “i dati della Commissione europea hanno registrato un aumento a marzo degli arrivi di grano duro dai paesi extra Ue, con un +42% su base annua. Nel complesso, l’attuale annata registra finora un aumento dell’88% rispetto alla precedente, con le quantità importate passate da 700mila a 1,3 milioni di tonnellate”.

Sulle prospettive di prezzo del cereale pastificabile, Bmti ha intervistato – come ormai di consueto – un panel di operatori di mercato, la cui opinione prevalente è che “La domanda dell’industria molitoria dovrebbe fornire ulteriore sostegno ai prezzi del grano duro di origine nazionale, almeno fino a quando non saranno ricostituite le scorte. Gli operatori, inoltre, evidenziano “una disponibilità di prodotto di qualità in calo”.
 

Indice nazionale dei prezzi Usa a Chicago

L'Indice nazionale dei prezzi Usa del grano duro invernale tra l’8 ed il 15 aprile 2020 a Chicago è aumentato di 112 punti (+2,53%), in parziale recupero sul profondo calo della settimana scorsa. Ieri il livello dell’indice si è portato a 4542 punti: appena 13 in meno dall’inizio dell’anno, pari ad un -0,28% che riduce in parte lo svantaggio prodottosi nella scorsa settimana, quando l’indice si era portato a quota 4430. Il mercato americano risente della crescente domanda di prodotto di qualità, influenzata dalla crisi da Covid-19, che ha spinto i consumi.
 

Prezzi all'ingrosso a Foggia

Il grano duro fino nazionale mietitura 2019, proteine minime 12% e peso specifico 80 chilogrammi ogni 100 litri, ha visto ieri, 15 aprile 2020, la sua trentanovesima seduta di stagione alla Borsa merci della Camera di commercio di Foggia. L’Osservatorio prezzi ne ha fissato il valore in 310 euro alla tonnellata sui massimi e 305 euro sui minimi, e quindi stabile sulla precedente quotazione dell’8 aprile.

E’ così andato in replica il nuovo record assoluto di prezzo per questa mietitura su questa piazza; dove gli stessi valori erano stati raggiunti l’ultima volta il 2 settembre 2015, poco più di 4 anni e sette mesi fa.

Questo nuovo stop ai prezzi segue il rialzo della scorsa settimana, che era succeduto alla precedente stasi dei prezzi, iniziata il 4 marzo scorso e protrattasi per ben tre settimane chiuse dalla mancata quotazione del 1° aprile. A metà aprile il primo scorcio di 2020 fa contare rialzi complessivi per 25 euro sui massimi a partire dalla prima seduta dell’8 gennaio.

I valori confermati ieri sono superiori di 20 euro rispetto ai massimi di 285-290 del 2019, registratisi tra le sedute del 30 ottobre e del 13 novembre. E appaiono maggiori di 39 euro alla tonnellata rispetto alla seduta del 9 ottobre e di 55 euro sovrastanti quella del 31 luglio 2019. Ma i 310 euro replicati ieri superano di ben 57 euro i valori massimi del 17 aprile 2019, attestati a 253 euro: il 22,53% in più.

I valori conseguiti con i rialzi di stagione compresi dal 26 giugno 2019 a ieri si attestano complessivamente a 80 euro sopra quelli del 19 giugno 2019, data dell'esordio di stagione commerciale. E sono prezzi che superano di 62 euro quelli di fine campagna commerciale del 29 maggio 2019: attestati a 243,00 euro alla tonnellata sui minimi e 248,00 sui massimi.

Rispetto alla trentottesima seduta, torna stabile il grano duro biologico, interessato la scorsa settimana da un calo di 5 euro alla tonnellata, sia sui valori massimi che su quelli minimi, che a Foggia lo aveva assestato a 385 euro alla tonnellata sui minimi e i 395 sui massimi. Il grano bio ha perso molto terreno dall'inizio del 2020: ben 30 euro. Al punto che i valori minimi odierni sono inferiori di 5 euro a quelli dell'ultima quotazione della mietitura 2018, fissata il 29 maggio 2019 a 390 euro, mentre i massimi di ieri uguagliano i 395 euro fissati allora.
Curiosità: in un anno, dal 17 aprile 2019, il prezzo medio del grano duro bio è calato di 2,50 euro, lo 0,64% in meno.
 

Prezzi all'origine: tutte le piazze del Mezzogiorno d'Italia

Bari
All'origine Ismea ha rilevato a Bari il 13 aprile 2020 il prezzo del frumento duro fino nazionale alle condizioni di "franco azienda" a 303 euro alla tonnellata sui minimi e 307 sui massimi, risultando in crescita di 3 euro alla tonnellata sui minimi e di 2 euro sui massimi rispetto all'ultima rilevazione del 6 aprile. Il cereale ha guadagnato dal 26 agosto 2019 - quando stazionava a 257-262 euro a tonnellata - ben 46 euro sui minimi e 45 sui massimi.

Matera
A Matera, alle condizioni di "franco azienda" Ismea rileva il grano duro fino nazionale il 13 aprile a 295 euro alla tonnellata sui valori minimi e 303 sui massimi, riportando un incremento su questo valore di 3 euro. Ma tali valori secondo l’Istituto risultano nel complesso stabili sull'ultima rilevazione del 6 aprile, perché il prezzo prevalente si è attestato a 300 euro. Rispetto al 29 luglio 2019 - quando il cereale pastificabile era attestato a 243 euro alla tonnellata sui minimi e 246 sui massimi, l'incremento del prezzo è stato di 57 euro alla tonnellata sui massimi e di 52 euro a tonnellata sui minimi.

Foggia
A Foggia alle condizioni di "franco azienda", Ismea ha rilevato l’ 8 aprile 2020 il grano duro fino nazionale a 295 euro alla tonnellata sui valori minimi e 300 sui massimi, risultando in crescita di 5 euro sul 1° aprile. Allo stato la piazza di Foggia guadagna complessivamente 12 euro sui massimi valori che erano stati raggiunti in questa mietitura il 30 ottobre scorso, 283 - 288, e mantenuti fino al 6 novembre. I prezzi attuali risultano comunque maggiori rispetto al 28 agosto di 45 euro a tonnellata. Il cereale pastificabile su questa piazza, secondo Ismea, ha guadagnato 55 euro a tonnellata sui prezzi del 31 luglio 2019.

Napoli
A Napoli i prezzi del grano duro pastificabile alle condizioni "franco magazzino arrivo" rilevati da Ismea il 7 aprile risultano in crescita di 5 euro alla tonnellata sui valori registrati nella settimana precedente, portandosi così a 315 euro sui minimi e 320 sui massimi. A Napoli dal 20 agosto 2019, quando il cereale era rilevato a 270-272 euro, al 7 aprile scorso, i prezzi sono lievitati di 45 euro sui minimi e 48 euro sui massimi.

Campobasso
A Campobasso il 6 aprile Ismea ha rilevato il prezzo del grano duro fino alle condizioni "franco azienda" a 261,00 euro alla tonnellata sui minimi e 270,20 sui massimi, registrando valori in crescita asimmetrica sulla rilevazione del 30 marzo: sui minimi di 14 euro alla tonnellata e sui massimi di 8,30 euro alla tonnellata. Tali prezzi appaiono maggiori di euro 24,50 sui minimi rispetto al 29 luglio - quando Ismea rilevava 236,50 euro la tonnellata - ed in rialzo di euro 28,70 sui massimi raggiunti in quella data, pari a 241,50.