Il ministero per le Politiche agricole ha lanciato lunedì 17 febbraio 2020 i primi bandi nazionali per il finanziamento dei Distretti del cibo, strumento per garantire ulteriori risorse ed opportunità per la crescita e il rilancio a livello nazionale di filiere e territori. Sul piatto ci sono complessivamente 30 milioni su due bandi distinti.

Distretti del cibo in senso stretto: su tale bando sono stati appostati 18 milioni di euro. Al via anche il bando per il finanziamento di contratti di distretto nell’area infetta colpita da Xylella fastidiosa. In questo caso l’appostamento è di 12 milioni di euro. Per entrambi i bandi la scadenza per la consegna delle istanze è il 17 aprile 2020.
 

Le dichiarazioni della ministra Bellanova

“Investiamo nella progettazione territoriale per favorire la crescita dell’Italia – ha detto la ministra alle Politiche agricole, Teresa Bellanova dalla Sicilia, dove lunedì era impegnata in incontri e visite istituzionali anche in alcune aziende agroalimentari del palermitano – Dobbiamo sbloccare energie ed investimenti. L’agricoltura e l’agroalimentare sono un motore di idee, progetti, nuovi posti di lavoro. Di futuro”.

“Abbiamo lavorato con le regioni per mettere a punto un bando, il primo, che dia stimolo a una nuova stagione dei distretti del cibo. C’è molto interesse e fermento in tutti i territori, già questa è una scommessa vinta" ha aggiunto la Bellanova. La ministra ha anche sottolineato come “L’Italia può essere un laboratorio di buone pratiche, investendo sull’economia circolare, sulla ricerca e su formule più forti di collaborazione tra agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione e istituzioni. Noi ci siamo e vogliamo accompagnare questo sviluppo”.
 

In 63 si contenderanno 18 milioni

La ministra nella sua seconda dichiarazione richiama il lavoro del bando fatto con le regioni. Si tratta di un bando a sportello: chi per primo riesce a presentare l’istanza e ad avere l’ok per il contratto di distretto, taglia per primo il traguardo del finanziamento del contratto di distretto.

Ma al momento, al Registro nazionale dei Distretti del cibo – aggiornato dal Mipaaf il 4 febbraio scorso - e che raccoglie tutte le realtà riconosciute dalle regioni, si contano già 64 Distretti, tra Agroalimentari di qualità, Biologici, Floristici, Vivaistici, Produttivi e Rurali. In particolare: Abbruzzo 5, Basilicata 4, Calabria 10, Lazio 3, Liguria 1, Lombardia 17, Piemonte 3, Puglia 3, di cui uno dedicato all’area colpita dalla Xylella, Sicilia 7 e Toscana 11.

Sono quindi in questo bando già 63 soggetti a correre - e per appena 18 milioni – mentre su quelli successivi arriveranno le regioni che ora mancano, alcune importanti, come la Campania, che ha recentemente designato 24 distretti tra Agroalimentari di qualità e Rurali, e che dovrà poi avviarli a definitivo riconoscimento. E che verosimilmente parteciperanno ad un secondo bando.

I bandi in essere finanziano però progetti da 4 a 50 milioni di euro di investimenti con un’ampia tipologia di spese ammissibili: con un potenziale che vale molto più dei soldi messi a bando fino ad oggi, anche tenendo conto del bando monotematico sulla Xylella. “Laddove la richiesta di fondi superasse la disponibilità, è previsto un tetto massimo al contributo a fondo perduto per singolo programma di investimenti pari a 2,5 milioni di euro" recita il comunicato stampa del Mipaaf.

Infine, la nota del Mipaaf sottolinea: “Le risorse disponibili per il finanziamento in conto capitale ammontano a 18 milioni di euro per il bando dei distretti del cibo e a 13 milioni di euro per il distretto Xylella, che utilizza fondi diversi rispetto allo stanziamento di 300 milioni di euro del Piano recentemente approvato in Conferenza Stato-Regioni”.

Tale formula sibillina lascerebbe intendere due cose: che vi siano 30 milioni pronti subito - cosa vera - e che vi sia anche un ulteriore Piano della Conferenza Stato-Regioni da 300 milioni di euro per i Distretti del cibo, ma questa ultima affermazione non è rispondente al vero. L'unico Piano recentemente approvato dalla Conferenza stato regioni è quello si da 300 milioni di euro, ma per il rilancio della zona infetta da Xylella fastidiosa.
 

I bandi in essere, ecco le coperture

Intanto, il primo bando per i Distretti, come visibile sin dall’epigrafe, è coperto ancora dalla legge di bilancio per il 2018. Ecco come.

Il comma 126 dell’articolo 1 della legge di bilancio per il 2018 prevedeva una riserva di 5 milioni per il Distretto del cibo nell’area della Xylella fastidiosa nel triennio 2018-2020, che diventa finalmente spendibile. A questa cifra si aggiungono altri 5 milioni di euro provenienti dal Fondo sviluppo e coesione tramite il decreto ministeriale varato a fine gennaio.

A questo punto si arriva a 10 milioni e non a 12. E qui, a ben leggere il bando, ci si rende conto che quello riservato alla Xylella attinge a non meglio specificati “fondi del Mipaaf” oltre a fondi eventualmente messi a disposizione da Regione Puglia

Per i Distretti del cibo nel resto d’Italia entra in gioco il comma 499 dell’articolo 1, sempre della legge di bilancio per il 2018, che stanziava: 5 milioni sul 2018, e dal 2019 in avanti ben 10 milioni all’anno. In pratica, nel 2020, tra stanziamento corrente e residui attivi avanzano da spendere 25 milioni, ma a questo punto ne vengono messi a bando solo 18. Questo per l’evidente motivo di avere una risorsa di riserva aggiuntiva da 7 milioni per coprire contratti di distretto con qualche progetto di grosse dimensioni o lanciare un altro bando. Inoltre, anche in questo caso, le singole Regioni possono aggiungere altri soldi, secondo le proprie eventuali disponibilità.
 

Legge di bilancio per il 2020, una possibile copertura

Inoltre, atteso che i contratti di distretto si configurano anche come contratti di filiera – è il caso dei distretti agroalimentari di qualità legati a prodotti tipici quali Dop e Igp - potrebbero essere attingibili altri 29,5 milioni di euro questa volta sulla legge di bilancio per il 2020 e sul biennio 2020/2021, secondo quanto previsto dal comma 507 dell’articolo 1. E magari sul secondo bando, atteso che quelli in corsa non fanno riferimento diretto alla legge di bilancio 2020. Ma vale la pena ricordare che in tale norma i Distretti del cibo non sono mai espressamente citati: e tali denari potrebbero concorrere con altre forme di incentivazione.

Ed è forse anche per questo motivo che Fabrizio Marzano, presidente di Confagricoltura Campania, nel commentare la designazione dei 24 distretti campani, parla di “Occasione colta a metà”, con specifico riferimento ad una individuazione delle filiere sui territori ancora troppo debole.
 

I 300 milioni dell'emendamento al Milleproroghe mai approvato

E a questo punto una domanda sorge spontanea: dove sono i 300 milioni ed il Piano della ConferenzaStato-Regioni? Forse si è fatta un po' di confusione. In realtà era stato presentato un emendamento al progetto di legge di conversione del Decreto Milleproroghe, sostenuto, insieme ad altri, il 15 gennaio scorso dalla Conferenza delle Regioni con una propria posizione, in sede di audizione innanzi alle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio riunite della Camera dei Deputati. L'emendamento, più precisamente, prevedeva un comma 4 bis all’articolo 10, contenente norme sull’agricoltura.

Tale norma aggiuntiva del Milleproroghe 2020 – che non è stata mai approvata dalle Commissioni in sede referente - innalzava la provvista finanziaria dell’articolo 1, comma 499 della legge di bilancio per il 2018 a ben 50 milioni di euro negli anni 2020 e 2021, e a 100 milioni ciascuno sui successivi anni 2022 e 2023: i 300 milioni cui fa incerto rifermento la nota stampa del Mipaaf.  Pertanto, sulla questione di fiducia posta ieri dal Governo nell’aula di Montecitorio sul Milleproroghe non si gioca alcuna partita sui Distretti del cibo.
 

Una corsia preferenziale per il Mezzogiorno dal Piano per il Sud

Il problema è che sui Distretti del cibo si è scritto e parlato molto e stanziato poco, almeno sino ad ora. Un bluff? Non è detto: il Piano per il Sud, presentato a Gioia Tauro dal ministro Giuseppe Provenzano, prevede espressamente lo “Stanziamento di nuove risorse per l’incentivazione dei contratti di filiera e di distretto nel Mezzogiornonel settore agroalimentare. Stanziamento appunto che dovrà essere fatto: per ora si tratta solo di una pur lodevole linea politica, che, concordemente con la disciplina del Fondo sviluppo e coesione, dovrebbe riservare almeno l’80% delle risorse alle regioni meridionali. Staremo a vedere.