Il prezzo minimo del vostro ultimo contratto di filiera sul grano duro fino convenzionale con La Molisana è di 240 euro/tonnellata. Non è forse poco visti i prezzi più recenti sulla piazza di Foggia, attestata all’ingrosso a 244 euro sui massimi?
"Op Cereali Centro Sud, pur acconsentendo ad una diminuzione di 20 euro sul prezzo minimo, al fine di mantenere i 2.400 ettari investiti l'anno scorso nel solo Molise, è riuscita ad inserire una clausola di salvaguardia che lega il prezzo minimo del contratto di filiera, in caso di rialzi del mercato al di sopra di quello fissato, al prezzo massimo del mercato. Ma mi lasci dire che la nostra organizzazione di produttori ad oggi è giunta al terzo anno di filiera sui cereali ed in particolare sul grano duro, raggiungendo risultati lusinghieri e destinati ad ulteriori sviluppi nei prossimi anni. Il nostro progetto di filiera si sta espandendo anche in altre regioni ed il nostro nome Op Cereali Centro Sud, rispecchia esattamente i nostri obbiettivi, sviluppare il nostro modello di business e di progetto di filiera nel Centro Sud Italia: porteremo alle Semolerie Molisane grano duro fino convenzionale da quattro regioni: Abruzzo, Basilicata, Molise e Puglia".
A quanto pare non c’è più solo La Molisana nel vostro parco clienti, e state acquisendo anche altri soci, giusto?
"Nel corso del 2018, oltre a confermare il rapporto con le industrie F.lli Ferro Semolerie Molisane Srl, per la filiera nel duro convenzionale, abbiamo stretto rapporti anche con nuove industrie: la Rummo Spa di Benevento, leader nella produzione di pasta di alta qualità, sia con grano duro convenzionale, altri 500 ettari contrattualizzati in Molise per 2mila tonnellate di raccolto 2019 atteso, che biologico: 250 ettari contrattualizzati in Molise per 750 tonnellate di raccolto previsto nel prossimo anno. Anche l’Industria Agroalimentare De Vita, posizionata nel centro della Puglia è strategica per poter sviluppare i nostri progetti sul duro biologico: altri mille ettari contrattati – 450 in Basilicata, 300 in Puglia e 250 in Molise – per un totale di 2.850 tonnellate di raccolto previste".
Vi state espando sul territorio anche per quanto riguarda il coinvolgimento degli agricoltori, come mai?
"Nel corso del 2018 abbiamo esteso la nostra operatività anche nelle regioni limitrofe. Oggi siamo presenti già con la nostra organizzazione anche in Abruzzo, Puglia e Basilicata. In particolare in Basilicata, coinvolgendo dei tecnici esperti nel settore dell’agricoltura biologica, abbiamo riproposto il nostro progetto operativo e già dai primi risultati siamo molto soddisfatti. Abbiamo sviluppato il nostro progetto di filiera nel territorio della provincia di Potenza, esattamente nel comune di Banzi e comuni limitrofi. In questi territori della Basilicata, la cultura del biologico è già da tempo presente, infatti ci sono migliaia di ettari coltivati col metodo di agricoltura biologica e pertanto il nostro progetto di filiera sul grano duro biologico ha trovato un forte interesse tra i produttori, i quali hanno aderito alla nostra filiera sia sul grano duro che su altri prodotti: grano tenero, favino, pisello proteico".
Quale è il prezzo spuntato nei contratti di filiera per il biologico?
"Si tratta di un prezzo minimo da 340 euro tonnellata, se il prezzo di mercato si porta fino a 360 resta tale. Oltre i 360 euro di prezzo di mercato, tutta la differenza tra il prezzo di mercato e 360 euro/tonnellata va in più all’agricoltore".
Avete in programma di andare oltre il grano duro con lo strumento dei contratti di filiera, come vi state muovendo?
"Abbiamo stretto un accordo sperimentale su 650 ettari in Basilicata, Molise e Puglia con il Gruppo Fileni per la mangimistica, e già da quest’anno ci ha permesso di offrire contratti di coltivazioni, non più solo sul grano duro biologico, ma anche su grano tenero, pisello e favino proteico, garantendo ai produttori un prezzo minimo ed un sicuro ritiro del prodotto".
Già lo scorso anno avevate però un progetto piuttosto ambizioso sull’olio di semi di girasole bio, come sta andando?
"La Op nel suo opificio di San Martino in Pensilis (Termoli) nel corso del 2018, ha promosso una filiera per la produzione di seme di girasole bio, al fine di produrre con un impianto di spremitura a freddo olio di semi di girasole biologico tracciabilità 100% italiano. Il primo anno di attività nella produzione del olio di semi biologico 100% italiano, è stato l’esercizio 2018, nel corso dell’anno abbiamo organizzato una filiera corta sul seme di girasole incentivando alcune aziende agricole bio del Molise, alla coltivazione di seme di girasole alto oleico per ettari circa 170, garantendogli un prezzo minimo 600 euro alla tonnellata. Si è iniziata una prima fase di produzione dell’olio di semi di girasole cercando di entrare in mercati di nicchia, sicuramente i più interessati al biologico di alta qualità e di una tracciabilità dal produttore 100 % italiano. Una piccola attività di vendita del prodotto in questi mercati ci ha permesso di commercializzazione il nostro olio Bio 100% italiano, con risultati interessanti che in futuro non mancheranno di dare loro frutti, sia in termini di ritorno economico e sia in termini di immagine del Molise bio. Dopo il primo anno di esperienza, anche per il 2019 stiamo proponendo contratti di coltivazione con l’obiettivo di raggiungere 500 ettari nel Molise e nelle regioni limitrofe altri 200 ettari di contratti di coltivazione sul seme di girasole".
Viste queste premesse, cosa vi aspettate a questo punto dal prossimo futuro?
"La strada che abbiamo intrapreso, di sviluppo della filiera, porterà in un prossimo futuro, un ulteriore aumento dei volumi e delle offerte ai produttori agricoli, con la consapevolezza di poter essere come Organizzazione di produttori, un supporto e una guida alle aziende agricole del Centro Sud. Il nostro progetto sta dando molte soddisfazioni ed ha riscosso tanto interesse tra i produttori, i quali hanno la possibilità di fare aggregazione, per ottenere un maggiore ritorno economico, la tutela del singolo produttore, e migliorare la qualità delle produzioni, adeguandola a quanto richiesto dalle industrie agroalimentari e dal mercato".