Un centinaio di giovani agricoltori, provenienti da 14 paesi europei, si sono incontrati in occasione della tre giorni di working group organizzato dal Ceja, Consiglio europeo dei giovani agricoltori, e Agia, l'Associazione giovani imprenditori agricoli di Cia - agricoltori italiani.

Evento importante della manifestazione sarà la conferenza europea, organizzata a Cesena nella cooperativa agricola cesenate-Cac seeds, all'interno della quale Agia ha puntato i riflettori sulla promozione di una maggiore condivisione di know-how in materia di cooperazione e l'agevolazione delle nuove generazioni nell'accesso a strumenti e soluzioni concrete per la gestione del rischio.


I giovani in agricoltura

In tutta Europa, secondo le analisi dell'Ufficio studi Cia-Agricoltori Italiani su dati Eurostat 2018, sono oltre 10 milioni le persone impiegate in agricoltura, ma solo l'11% di loro ha meno di 40 anni (32% da 65 anni in su), con l'Italia che scende sotto il 10%. Il 65% delle aziende è di piccola dimensione con meno di 5 ettari di terreno. In Italia, si contano poco più di un milione di imprese (10% del totale), con superficie agricola utilizzata pari al 7% di quella europea.

L'Italia, che è la terza economia agricola con il 12% del fatturato comunitario del settore, con circa 12 milioni di Sau, ha poco più di 4mila cooperative agroalimentari associate, con oltre 34 miliardi di fatturato e più di 90mila addetti. Un quarto del giro d'affari dell'industria alimentare (circa 132 miliardi) è generato dalle imprese cooperative distribuite in tutta Italia, con maggior incidenza al Nord (45%) e al Sud (42%), meno al Centro Italia (13%).

"Il working group organizzato in Italia con il Ceja - ha affermato il presidente nazionale di Agia-Cia Stefano Francia- è stato occasione di condivisione con i colleghi di tutta Europa. In campo abbiamo messo il nostro approccio all'agricoltura a livello aziendale e cooperativistico, oltre a buone pratiche aziendali. In questo contesto, soprattutto per le aziende giovani e in fase di startup, la gestione del rischio rappresenta un pilastro fondamentale da incentivare. Fa da sostegnoa leve importanti, come il territorio e le sue risorse o anche l'innovazione" ha concluso Stefano Francia.