In Italia l’attenzione rivolta agli strumenti assicurativi è massima (lo stanziamento pubblico della programmazione attuale supera 1.4 miliardi di euro): siamo uno dei paesi europei che profonde maggiori sforzi per sostenere il mercato delle assicurazioni agevolate. Ma, se è vero che i sussidi siano già elevati, quali sono i risultati che ad oggi si è riusciti ad ottenere?
Il mercato assicurativo agevolato è ancora poco sviluppato. La partecipazione è molto eterogenea, concentrata in poche province e per pochi prodotti agricoli, attestandosi mediamente intorno al 15%.
Assicurazioni agevolate: cosa è cambiato
Fra il 2004 e il 2017 il sistema assicurativo era basato prevalentemente su contratti monorischio, pluririschio e multirischio. Dal 2004 i contratti monorischio non hanno più beneficiato di sussidi statali, una scelta politica volta a facilitare il passaggio a nuove polizze.Nonostante ciò, le polizze pluririschio e multirischio non si sono diffuse come sperato e, anzi, nel 2015 il numero di imprese nel mercato assicurativo agevolato è crollato, passando da oltre 82mila imprese a poco più di 73mila imprese assicurate.
Oggi il sistema è nuovamente cambiato. Il regolamento Omnibus ha portato il contributo sul premio dal 65% al 70% e ha ridotto la soglia di danno per i contratti agevolati dal 30% al 20%. I contratti monorischio, pluririschio e multirischio sono stati sostituiti da “pacchetti” (A, B, C, e D) che permettono di combinare, in modo diverso, avversità catastrofali e avversità di frequenza. Certamente vi è una maggiore flessibilità, ma occorre continuare a riflettere su quali interventi possano favorire l'adozione di contratti assicurativi da parte di nuovi clienti. Difatti, la sfida cui il sistema assicurativo è oggi chiamato a rispondere è riuscire ad allargare la base degli assicurati, raggiungendo province (e tipologie di aziende) oggi quasi del tutto scoperte.
Le statistiche del mercato assicurativo in Italia mostrano un sistema dinamico in termini di turnover (ovvero di dinamiche entry-exit) delle aziende (Santeramo et al., Journ. Agr. Econ., 2016). Tuttavia, la porzione di aziende che non hanno mai stipulato contratti assicurativi è davvero molto elevata: nel Sud e Centro Italia è di oltre il 60%, con alcuni comparti quasi del tutto scoperti.
Non solo si denota una certa stabilità nel pool di aziende che utilizza le assicurazioni (agevolate), ma è pur vero che la (mancata) familiarità con lo strumento assicurativo costituisce un elemento fondamentale nella scelta di tale strategia di gestione del rischio (Santeramo, Appl. Econ. Persp. & Pol., 2018).
Quali prospettive?
L’ampliamento delle tipologie di contratti assicurativi è fondamentale, incrementando la lista delle avversità assicurabili. Altrettanto importante è ridurre le tempistiche per il pagamento dei sussidi. Ma non basta. Le nuove evidenze mostrano che campagne di informazione ad hoc e contratti semplificati, flessibili e con premi ulteriormente agevolati, per i nuovi clienti, possono aiutare a dare una maggiore diffusione dei contratti assicurativi e incrementare la partecipazione a livelli che possano giustificare l’ingente sostegno pubblico.Riferimenti bibliografici
- Santeramo F.G., Goodwin B.K., Adinolfi F., Capitanio F. (2016), Farmer Participation, Entry and Exit decisions in the Italian Crop Insurance Program. Journal of Agricultural Economics. 67(3), 639–657
- Santeramo, F. G., & Ford Ramsey, A. (2017). Crop Insurance in the EU: Lessons and Caution from the US. EuroChoices, 16(3), 34-39.
- Santeramo, F. G. (2018). I Learn, You Learn, We Gain: Experience in Crop Insurance Markets. Applied Economic Perspectives & Policy. In press.
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Fonte: Agronotizie