Nel 2017 Marco Gualtieri era riuscito nell'impresa di portare a Milano Barack Obama per un discorso sul futuro dell'agricoltura e del cibo. Quest'anno il fondatore di Seeds&Chips, il Summit internazionale dedicato alla food innovation, replica l'impresa. Dal 7 al 10 maggio a MiCo Centro Congressi si susseguiranno incontri con personalità del calibro di Howard Schultz, executive chairman di Starbucks, la catena di caffetterie più grande al mondo, e John Kerry, il 68° segretario di Stato americano, che interverrà sugli impatti del sistema alimentare sul clima globale e sulle politiche sostenibili.

Durante i quattro giorni di Seeds&Chips, spazio a conferenze con al centro l'agricoltura, il cibo e l'innovazione. Ma anche pitch di startup, tavole rotonde e premiazioni, oltre alle decine di aziende espositrici che mostreranno al pubblico le loro idee per il futuro del cibo. Si parlerà di agricoltura di precisione, indoor e urban farming, big data, lotta allo spreco di cibo, robotica, intelligenza artificiale, tracciabilità, mutamento dei consumi e tanto altro.

"In questa edizione di Seeds&Chips abbiamo voluto dedicare un focus particolare all'acqua", spiega ad AgroNotizie Marco Gualtieri, ideatore dell'evento e imprenditore di successo (ha fondato TicketOne). "Lo sentiamo ripetere spesso, ma non ci rendiamo veramente conto che l'acqua è e sarà il bene più prezioso per l'umanità, più del petrolio. Si combatteranno guerre per il controllo delle risorse idriche e assisteremo a migrazioni a causa della loro mancanza".

L'innovazione investirà anche questo settore?
"Abbiamo un estremo bisogno di inventare modi per preservare questa risorsa, eliminare gli sprechi, l'inquinamento, migliorare la distribuzione. Parleremo di acqua e di agricoltura, metropoli e alimentazione. Anche in Italia l'acqua sta diventando una risorsa scarsa e nel mondo sono undici le grandi città che hanno problemi seri di approvvigionamento idrico. Anche per questo abbiamo lanciato WaterFirst!".

Di che cosa si tratta?
"E' una call for ideas lanciata a novembre 2017 diretta a innovatori di tutto il mondo per sviluppare progetti e innovazioni per l'uso sostenibile dell'acqua. Abbiamo raccolto più di sessanta progetti provenienti da 23 paesi. L'idea vincitrice sarà premiata con un assegno da 10mila euro".

Anche quest'anno punterete sui giovani?
"E' nel nostro Dna, non possiamo farne a meno. Replicheremo anche quest'anno GiveMe5!, in cui giovani innovatori avranno la possibilità di incontrare grandi leader e presentare loro, in cinque minuti, il proprio progetto. Inoltre chiederemo ai due keynote speaker, Schultz e Kerry, un confronto sul palco con dei ragazzi. E poi ogni conferenza avrà almeno un relatore al di sotto dei trenta anni e verrà aperta da un Teenovator, ragazzi under 19 particolarmente attivi nel settore della food innovation".

Di che cosa parlerà John Kerry?
"Nel 2015 Kerry è venuto ad Expo e ha fatto un discorso che per me è stato folgorante. Disse che i veri problemi del futuro riguarderanno il cibo: come produrlo in maniera sostenibile per una popolazione in crescita. E che la soluzione sta nell'innovazione".

Sono passati tre anni da Expo e tutti concordano nel dire che Seeds&Chips ha in qualche modo raccolto l'eredità dell'esposizione universale. Il 'sistema paese' vi ha seguito in questo sforzo?
"Devo dire con rammarico che non lo ha fatto come avrei voluto. Nel 2015 l'Italia è stata al centro del dibattito sul futuro del cibo con Expo. Lo stesso anno il Papa ha firmato l'enciclica Laudato Si', è stato firmato l'accordo di Parigi sul clima e a New York sono stati firmati gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Sono fatti epocali che l'Italia avrebbe dovuto cavalcare e invece sembra essersene disinteressata".

Come mai?
"Non ho una risposta precisa. Ma so dove dobbiamo andare. Tutta la filiera del cibo, dal campo alla tavola, deve ripensarsi. Sono dunque le aziende in primo luogo a dover abbracciare il cambiamento. Poi certo la politica, il cui ruolo non può mancare. I giovani con idee brillanti ci sono, ma devono essere sostenuti".

Farebbero comodo anche un po' di risorse dedicate al settore, o no?
"Certamente sì. La food innovation ha bisogno di sostegno ma può dare un impulso enorme all'encomia italiana. In futuro avremo sempre più bisogno di tecnologia in campagna e sulle nostre tavole e l'Italia si deve candidare ad essere leader nel mondo quando si parla di futuro dell'alimentazione".

 

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