Con la presentazione ufficiale a Roma, Fieragricola - in programma a Verona dal 31 gennaio al 3 febbraio 2018 - apre ufficialmente la sua 113° edizione, confermando una crescita continua in termini di numeri e immagine.
Dieci padiglioni occupati, oltre mille espositori, una superficie netta di 57mila metri quadrati (+4,4% sull'edizione precedente), un'area demo esterna di 7.500 metri quadrati allestita per gli Special show, 980 animali (+63,3%), delegazioni commerciali provenienti da 33 paesi esteri e tre concorsi sulle razze bovine (compreso il debutto della mostra europea della Limousine), più di 120 convegni in calendario nei quattro giorni di manifestazione, durante i quali sono previsti corsi di abilitazione professionale alla guida delle trattrici.

Questi alcuni dei dati forniti dal presidente di VeronaFiere, Maurizio Danese, che ha dichiarato: "Da sempre Fieragricola rappresenta un momento di confronto, aggiornamento e di scenario sui grandi temi politico-economici e su quelli tecnico-scientifici, nella logica di dare valore aggiunto e far emergere le caratteristiche di innovazione, competitività e capacità di valorizzazione delle produzioni primarie. Qualità che, unite alla sostenibilità, sono gli elementi imprescindibili per affrontare la grande sfida della crescita demografica che nel 2050 porterà a quota 9 miliardi gli abitanti del pianeta Terra".
 
Cardine storico della manifestazione rimane l'innovazione, come confermato dal direttore generale di VeronaFiere, Giovanni Mantovani che ha evidenziato come il futuro del comparto oggi poggi su tre grandi pilastri: la specializzazione, la multifunzione e la sostenibilità, quest'ultima intesa nel senso più ampio del termine, che comprende i diversi aspetti economici, sociali e ambientali.
Oltre al format, Mantovani ha anche confermato il target di visitatori a cui Fieragricola si rivolge, fatto di un pubblico professionale, ma ampio: allevatori, agricoltori, cerealicoltori, produttori di energie rinnovabili, imprenditori forestali, agriturismi, dealer di mezzi agricoli, imprese agromeccaniche, agronomi e professionisti.

Insieme alla fiera è stato presentato anche uno studio di Fieragricola e Nomisma sul tema 'Agricoltura 2007-2017: cosa è cambiato?', secondo il quale il settore primario ha fatto registrare rispetto a dieci anni or sono circa 180mila imprese in meno, con una decrescita della forza lavoro di quasi l'8%, ma anche una buona tenuta del valore aggiunto (+3,9%) e un valore medio della produzione per azienda cresciuto dell'88%.

Per l'agricoltura la crisi ha fatto da acceleratore nella struttura, nei processi e nella competitività delle imprese agricole italiane, alla stregua di un selezionatore naturale che ha sostanzialmente espulso le aziende più deboli, quelle meno strutturate e organizzate, ma anche chi non è riuscito a intercettare le tendenze di una domanda profondamente cambiata. L'uscita dal mercato, in dieci anni, di quasi il 20% delle imprese agricole, in buona parte a conduzione diretta, ha coinciso infatti con diversi salti di qualità: dal valore della produzione, alla crescita (del 58%) della superficie media per azienda, alla produttività che, con 36mila euro per addetto, è oggi quasi il doppio rispetto alla media Ue.
Inoltre, fa ben sperare sia l'ulteriore incremento delle aziende a conduzione femminile - oggi al 20% contro una media Ue del 13% - e gli incoraggianti ultimi sviluppi di imprese under 35, a +14% negli ultimi diciotto mesi, sebbene l'età media sia ancora molto più alta dei colleghi europei.

Secondo lo studio, negli anni pre e post-crisi sono cambiate la struttura e la congiuntura; una rivoluzione condotta da una domanda che ha ridotto tutti i consumi alimentari (-10,7% in media), con punte legate a prodotti più voluttuari (-13% per vino e alcolici).
A fare in parte da contraltare, il boom del biologico - cresciuto nella Gdo del 160% e nei campi del 56% - unitamente alla crescita dei prodotti a marchio (+87%) e all'attività sempre più multifunzionale del settore primario, con l'agriturismo che ha visto crescere del 35% le proprie strutture e con il boom del contoterzismo.
Infine, un chiaroscuro legato all'export della nostra materia prima, da record nel 2017 (6,6 miliardi di euro), ma con il massimo storico anche dell'import (12,8 miliardi), da cui consegue un saldo negativo senza precedenti, pari a 6,1 miliardi di euro.

Per il direttore area Agroalimentare di Nomisma, Denis Pantini: "Nel prossimo futuro i produttori avranno bisogno di nuovi strumenti - finanziari e di gestione del rischio - per combattere volatilità dei prezzi ed effetti nefasti del cambiamento climatico e modelli organizzativi per rafforzare la competitività e integrare maggiormente la loro posizione nella filiera. Da questo punto di vista, lo sviluppo tecnologico e la digitalizzazione potranno favorire l'implementazione di modelli produttivi più efficienti".
 
"Siete un capitale dell'agroalimentare per forza e professionalità" ha commentato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. "L'edizione Fieragricola che si sta per aprire conferma la leadership di VeronaFiere, e anche i numeri che sono stati presentati da Nomisma danno il segno di uno studio molto approfondito dell'esperienza di guida che il nostro paese può compiere. Credo che questa sia l'occasione per provare a riflettere sulle nuove tendenze e i nuovi bisogni dell'agroalimentare".

"Rispetto ad altri settori, come l'intero manifatturiero o le costruzioni, il nostro primario ha reagito prima alla recessione, cercando di irrobustirsi e innovarsi" ha detto il direttore generale di VeronaFiere Giovanni Mantovani. "Possiamo dire che oggi siamo a metà del guado: più strutturati ma ancora non abbastanza rispetto ai competitor, più professionali ma in attesa del grande passo digitale e in parziale ripresa sul fronte delle nuove trattrici, più giovani in un comparto ancora tradizionalmente dominato da conduttori in età avanzata. Fieragricola in questo studio ha analizzato il decennio 2007-2017 per capire come procedere verso il definitivo salto di qualità. Non a caso il tema chiave della rassegna sarà dedicato alla nuova Pac e all'agricoltura 4.0".
 
Nei quattro giorni di manifestazione sono attese a Verona delegazioni provenienti da 33 paesi, a conferma della candidatura di VeronaFiere a essere un hub anche verso tutta l'area del Mediterraneo e l'Africa. "Stiamo anche guardando ad altre aree geografiche come il Sudamerica, dove nel 2018 debuttiamo con una manifestazione b2b targata Fieragricola, proprio in Brasile" ha concluso Mantovani. "Con FederUnacoma, inoltre, stiamo valutando un evento in Cina nel 2019, per promuovere l'innovazione in agricoltura".

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