Si è svolta la prima riunione del Comitato di investimento della piattaforma di garanzia "Agri" lanciata in Italia dal Fondo europeo per gli investimenti (Fei), emanazione diretta della Banca europea per gli investimenti (Bei), che dal 2018 dovrebbe mobilitare circa un miliardo di euro per investimenti in agricoltura e agroindustria.
Di che cosa si tratta
La piattaforma multiregionale di garanzia per le Pmi dell'agroalimentare mira a migliorare l'utilizzo del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) per sostenere, attraverso strumenti di garanzia, le scelte delle piccole e medie imprese che operano nel settore della produzione, trasformazione e distribuzione di prodotti agricoli.L'accordo per istituirla è stato firmato dal Fondo europeo per gli investimenti (Fei), da Cassa depositi e prestiti e da otto regioni italiane: Veneto, Piemonte, Toscana, Umbria, Campania, Puglia, Friuli Venezia Giulia e Calabria. La piattaforma sostiene "l'accesso al credito del mondo agricolo e agroindustriale - come spiega la Cassa depositi e prestiti - fornendo garanzie alle istituzioni finanziarie che erogano prestiti a Pmi e imprenditori agricoli professionali del settore".
Le previsioni: un miliardo di investimenti in agricoltura e agroindustria
La piattaforma era stata presentata lo scorso aprile a Verona in occasione della conferenza "Sessant'anni di Europa, sessant'anni di Politica agricola comune - L'agricoltura europea, dalle radici al futuro".L'impegno finanziario previsto, faceva sapere il Mipaaf, è di 165 milioni di euro da parte del Fondo europeo per gli investimenti, 150 milioni di euro da Cassa depositi e prestiti e 150 milioni di euro dalla Banca europea per gli investimenti, per un totale di 465 milioni, cui vanno aggiunti 20 milioni di Ismea (l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), che "in base alle stime - scrive lo stesso ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali - potranno mobilitare circa un miliardo di euro di investimenti in agricoltura e agroindustria nei prossimi anni".
Scannapieco (Bei): unendo le forze si possono sfruttare al meglio i fondi strutturali
Per il vicepresidente della Bei e presidente del Fei Dario Scannapieco la piattaforma multiregionale di garanzia "è la dimostrazione che unendo le forze di tutti i soggetti in campo si possono sfruttare al meglio i fondi strutturali, permettendo di attivare la finanza Bei, con un impatto positivo sull'intero comparto agricolo italiano"."Ancora una volta - aveva dichiarato il ministro Martina - l'Italia si mette alla testa di una sperimentazione utile per le imprese agricole. L'obiettivo è quello di stimolare e rendere più semplice l'utilizzo dei fondi di sviluppo rurale. Con l'impegno della Bei, del Fei e delle nostre Ismea e Cassa depositi e prestiti realizziamo un'operazione che non ha precedenti".
Il Veneto, tra le regioni italiane, costituisce il maggior investitore in questo fondo di garanzia poiché "rappresenta - sostiene l'assessore regionale veneto all'Agricoltura Giuseppe Pan - da solo circa il 20% del totale dei fondi regionali stanziati. Si tratta di una esperienza unica in Europa, che consentirà di creare un portafoglio di garanzie per prestiti destinati a finanziare gli investimenti connessi ai Programmi di sviluppo rurale".
Parlamento europeo "fortemente favorevole" al finanziamento Bei alle Pmi
Con una risoluzione sulla relazione annuale sulle attività finanziarie della Banca europea per gli investimenti, lo scorso 27 aprile, il Parlamento europeo si era detto "fortemente favorevole all'accento posto dalla Bei sul finanziamento delle piccole e medie imprese". Proprio alle Pmi, nel 2015, sono stati concessi 28,4 miliardi di euro (il 37% dei nuovi prestiti). Le operazioni della Bei "hanno contribuito a creare e mantenere 4,1 milioni di posti di lavoro nelle Pmi e nelle imprese a media capitalizzazione europee", con un aumento del 13% rispetto all'anno precedente.Il Parlamento invitava inoltre la Bei a "elaborare una strategia finalizzata a incrementare i finanziamenti nei paesi caratterizzati da un contesto economico e bancario sfavorevole" e a prestare "particolare attenzione alle piccolissime imprese competitive e dinamiche che necessitano di finanziamenti, alle microimprese e ai microimprenditori" che secondo i dati presentati dal Parlamento europeo "forniscono il 30% dei posti di lavoro nel settore privato dell'Ue e sono più vulnerabili agli shock economici rispetto alle grandi imprese".