In primo piano, nella giornata inaugurale di venerdì 8 settembre, la presentazione dei dati dell’Osservatorio Sana 2017, promosso e finanziato da Bologna Fiere, con il patrocinio di Federbio e Assobio, e realizzato da Nomisma.
Secondo il report, l’intero sistema dell’alimentare biologico è in crescita, con le stime sulle vendite 2016 in aumento del 3,5% per il canale specializzato, mentre per la Gdo +16%, (considerando il periodo luglio 2016-giugno 2017, secondo i dati Nielsen). Crescono di un netto +20% le superfici e gli operatori bio sul territorio italiano, sfiorando così 1,8 milioni di ettari nel 2016, contro l’1,5 milioni del 2015. Molto bene anche l’export di prodotti biologici made in Italy, che ha quasi toccato i 2 miliardi di euro, con un peso del 5% sull’export agroalimentare. Significativo il trend dell’export degli ultimi dieci anni, con un segno più in valore del 408%.
Nomisma ha poi condotto un sondaggio su un campione rappresentativo di responsabili di acquisti alimentari delle famiglie, con un campione totale di 850 interviste. Dalla ricerca si evince come il biologico rientri a pieno titolo nelle esigenze dei consumatori italiani, che a tavola vogliono prodotti salutari (58%), eco-friendly (39%), semplici e comodi (31%), ma comunque con un buon rapporto qualità-prezzo (65%).
La consumer base del biologico, ovvero con almeno un’occasione di acquisto nell’ultimo anno, tocca la percentuale del 78% delle famiglie intervistate. Rispetto al 2015 c’è un milione di famiglie acquirenti in più, mentre per i consumatori frequenti, il 47% delle famiglie italiane consuma bio almeno una volta a settimana. Ad acquistare biologico sono in particolare i consumatori con un reddito mensile familiare medio-alto, ma anche e soprattutto famiglie con figli, e fra i vegetariani.
Fra i nuovi trend del biologico, a livello di prodotti, i vegetali 100% rappresanto una categoria in forte trasformazione, mentre è sempre più importante il ruolo del marchio biologico. L’identikit del consumatore bio è, mediamente, giovane, tra i 30 e i 35 anni, con figli, residente nelle grandi città e con un reddito e titolo di studio medio-alto. Le motivazioni principali di acquisto bio sono relative alla sicurezza e salute (76%), qualità (34%), assortimento (29%) e rispetto per l’ambiente (29%).
“L’Italia conferma la propria leadership nel settore biologico in Europa – ha sottolineato il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina – Nel 2016 sono stati convertiti 300mila ettari in Italia, un tasso di crescita del 20%, oltre che negli operatori impegnati e nei consumi. Un patrimonio che si basa sulla fiducia e sulla voglia dei consumatori di sostenere un sistema produttivo col minor impatto sull’ambiente possibile.
Stiamo lavorando con tutti gli operatori del comparto per rendere più forte il settore con scelte concrete: abbiamo istituito per la prima volta le mense scolastiche certificate, oltre ad aver rivisto il sistema dei controlli per renderli più trasparenti ed efficaci. Bisogna approvare il testo unico sul biologico attualmente al Senato, legge che garantirebbe più investimenti in ricerca, maggiore organizzazione e valorizzazione delle produzioni”.
“I numeri del biologico messi insieme fanno impressione – ha spiegato Fabrizio Piva, amministratore delegato deli'organismo di certificazione e controllo Ccpb – da anni assistiamo senza pause a una crescita a ritmo elevato, sempre in doppia cifra. Quest’anno poi la produzione, in termini di nuovi operatori ed ettari coltivati, ha finalmente tenuto il passo della domanda. Anche noi organismo di controllo e certificazione dovremmo essere all’altezza investendo in formazione e procedure uniformi”.
"Per questo - ha aggiunto Piva - abbiamo dato vita ad Assocertbio, l’Associazione degli organismi di controllo e certificazione del biologico italiano", presentata proprio al Sana.
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Fonte: Agronotizie