Bilancio 2016 per il gruppo cooperativo vitivinicolo Caviro, che ha chiuso l’esercizio dell’anno scorso con ricavi per 304 milioni di euro, in aumento rispetto al 2015, nonostante il calo dei prezzi per alcuni settori dove la società è attiva, fra cui i mosti, l’alcool e l’acido tartarico. Fra i dati positivi un valore aggiunto di 43 milioni di euro, mentre l’ebitda, al netto della liquidazione straordinaria del vino conferita ai soci, è stato di 17 milioni di euro. L’utile netto di esercizio, a quota 1,3 milioni di euro, porta così il gruppo a rafforzarsi patrimonialmente, con i mezzi propri (capitale sociale e riserve) che ammontano a circa 91 milioni di euro, mentre la posizione finanziaria netta è di 56 milioni di euro.

Nel 2016 abbiamo indirizzato i nostri sforzi a una maggiore remunerazione dei soci per consentire loro di affrontare futuri investimenti che l’evoluzione del settore continua a richiedere – ha commentato il presidente del gruppo Carlo Dalmonte la crescita del 12% del valore dell’export dimostra l’ottima accettazione dei nostri prodotti. Il 2017 sarà affrontato con una base sociale ancora più solida ed estesa, grazie agli ultimi due ingressi nella categoria soci speciali che portano a 34 il numero delle cantine della filiera del Gruppo. Siamo invece preoccupati dell’incertezza normativa che ci ha visti penalizzati sui ricavi legati al settore energetico”.

Sergio Dagnino, direttore generale del gruppo, ha poi spiegato i trend di mercato e i prossimi obiettivi di Caviro. “I consumi domestici di vino continuano a calare, ma sono cresciute le quote di mercato dei nostri marchi principali. La crescita dell’export al 32% è in linea con l’obiettivo del 40% dell’export sul totale del fatturato prefissato per il 2020. Confidiamo in un 2017 altrettanto positivo, con un aumento a doppia cifra per il nostro export, grazie alla qualità dell’ultima vendemmia sia a lanci di nuovi marchi che abbiamo programmato”.

L’assemblea dei soci che ha approvato il bilancio ha visto la partecipazione del deputato europeo Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione agricoltura al Parlamento Europeo. Il prof. De Castro, impegnato da anni nell’attività istituzionale a Bruxelles, ha sottolineato come la profonda incertezza del quadro politico internazionale possa influire negativamente anche sui mercati esteri.