In Puglia si scalda il clima intorno all’epidemia di Xylella fastidiosa che ha colpito duramente gli oliveti in provincia di Lecce, e che ormai è in via di allargamento a quelle di Taranto e Brindisi; inizia di fatto a minacciare la Piana degli olivi secolari tra Ostuni e Fasano, che guarda verso Bari, provincia nella quale vi sono gli oliveti a più elevata produttività.

Sabato 18 marzo 2017 la Coldiretti Puglia ha convocato una manifestazione in provincia di Lecce sul tema Xylella, battendo sul tempo Agrinsieme, che l’ha indetta per domani a Bari.

Sul tappeto i ritardi nei pagamenti degli indennizzi – ben 2,6 milioni di euro - dovuti alle imprese agricole che sono state costrette a espiantare gli olivi infetti, per altro nell’impossibilità di poter procedere alla ricostituzione del potenziale produttivo distrutto, per via delle norme Ue in materia, che tengono ancora in sospeso il bando della misura 5.2 del Programma di sviluppo rurale, e sulla quale sono appostati altri 10 milioni di euro. Mentre sono ancora fermi anche gli 11 milioni del Fondo di solidarietà, per la mancata produzione, in Salento stimata del 20% su base territoriale.

L’organizzazione agricola ha chiamato a raccolta 1500 agricoltori, cooperative, vivaisti provenienti da tutta la Puglia, con un corteo di 200 trattori che sin dalle prime luci dell’alba di sabato scorso hanno lasciato le campagne alla volta di Lecce, uniti da un unico slogan "Riprendiamoci il nostro futuro!”.

Nel capoluogo salentino si sono incontrati il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, che ha ricordato i problemi aperti della vicenda Xylella, ed il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha annunciato un sostanziale cambio di passo per il 2017 da parte della Regione Puglia nella gestione dell’emergenza: che prevede, tra l’altro, la liquidazione delle istanze di aiuto, ma anche una politica più incisiva per il ripristino delle condizioni di equilibrio economico delle imprese agricole olivicole colpite.

“Gli ettari olivetati tra Lecce, Brindisi e Taranto – ha denunciato Cantele, rivolgendosi al presidente della Regione Puglia Emiliano - che per approssimazione al momento risultano compromessi dalla Xylella fastidiosa sono 140mila. La malattia avanza inesorabilmente. Ci sono agricoltori senza reddito da anni, a cui vanno date risposte immediate e ineludibili.
La Regione Puglia deve richiedere al ministero delle Politiche agricole con ogni urgenza un secondo provvedimento di declaratoria di stato di calamità naturale, a valere sulla Legge 102/2004, che ricomprenda anche le aree dichiarate infette negli ultimi due anni, in modo da poter completare a stretto giro l’istruttoria delle pratiche degli olivicoltori che potranno attingere alla risorse del Fondo di solidarietà nazionale, per cui risultano stanziati al momento 11 milioni di euro a disposizione delle aziende agricole danneggiate dal patogeno da quarantena”.


Secondo Coldiretti, dei 13 milioni di euro che l’ex Commissario per l’emergenza Silletti aveva a disposizione, 2,6 milioni di euro, destinati a rimborsare l’estirpazione coatta, giacciono nelle casse della Regione, in attesa di una manovra di assestamento di bilancio.

“Non può essere perpetuato l’errore – ha incalzato Cantele - di non agire nelle aree dove la Xylella non è ancora insediata e dove ogni singolo focolaio va affrontato secondo normativa, cercando al più presto di contrattare con Ue, proponendo misure meno drastiche basate su monitoraggi pianta per pianta e lotta all’insetto vettore”.

Non si è fatta attendere la lunga, accorata e dettagliata risposta del governatore Emiliano, che ha dovuto affrontare anche qualche contestazione a margine dell’intervento: “Oggi io non potevo mancare, anche a rischio di prendermi i fischi, perché i fischi fanno parte del mestiere. Io non scappo, la Puglia non scappa. Sono qui al vostro fianco, qualunque cosa accada" ha esordito il presidente pugliese.

Emiliano ha spiegato come nel 2016  “Regione Puglia ha scelto di concentrarsi prioritariamente sulle azioni di contrasto. Innanzitutto, vi era l’imperativo di difendere il più possibile il territorio pugliese ancora indenne da un’eventuale diffusione della batteriosi. A tutti è chiaro quanto possa risultare ulteriormente drammatica l’eventualità di una estensione dell’infezione al parco dei grandi ulivi posto tra Ostuni e Fasano.
D’altra parte l’attività di contrasto si è resa necessaria per eliminare la minaccia dell’avanzamento della procedura di infrazione da parte della Ue, il che avrebbe aggiunto una beffa al rilevante danno subito. Lo sforzo della Regione in tal senso è stato di una intensità e dimensioni tali da stupire in positivo anche i valutatori della Commissione Europea”.


Emiliano ha infine ricordato l’impegno di Regione Puglia sul piano di monitoraggio. “Sono state controllate per intero la "zona cuscinetto" e la "zona di contenimento", per un totale di superficie di 156.758 ettari e 159.516 campioni vegetali totali da 34 specie diverse, con prevalenza per le specie ospiti e in particolare per l'olivo (oltre il 90% dei campioni). I campioni sono stati analizzati da cinque laboratori accreditati localizzati nell’intero territorio pugliese. Il tutto per un costo complessivo, interamente a carico del bilancio regionale, di circa 4 milioni di euro”.

Sul fronte indennizzi da espianto, l’ufficio comunicazione della giunta regionale pugliese ha fatto il punto ammettendo un sostanziale ritardo nell’erogazione di questi soldi, mentre una strada più veloce dovrebbe essere assicurata al Fondo di solidarietà nazionale, altri 12 milioni di euro. E trattative sono in corso con la Direzione Generale Agri della Commissione Ue per sbloccare la misura 5.2 del Psr Puglia 2014-2020 per il ripristino del potenziale produttivo.