AgroNotizie ha parlato con Alice Cerutti, giovane risicoltrice del vercellese e vicepresidente del Ceja, il Consiglio europeo dei giovani agricoltori, che proprio in questi giorni sta mettendo a punto un documento con le proposte per Bruxelles.
Cerutti, come avete accolto la decisione della Commissione di aprire una revisione dell'attuale Politica agricola comune?
"Il Ceja ha accolto la riforma della Pac 2014-2020 come primo step al fine di migliorare il ricambio generazionale nelle zone rurali. Tuttavia, crediamo che a livello europeo sia assolutamente necessario focalizzarsi più attentamente sui giovani agricoltori nella prossima programmazione".
Quali sono secondo voi i maggiori problemi che i giovani imprenditori agricoli devono affrontare?
"L'accesso al credito rimane una delle maggiori criticità per i giovani agricoltori, sia nuovi entranti che già insediati, che intendono investire ed innovare per incrementare la sostenibilità aziendale, in termini ambientali, economici e di valore delle produzioni. E' necessario che vengano messi a disposizione un set di strumenti attuabili e disponibili per agevolare la disponibilità di risorse".
Alcuni hanno sollevato dubbi circa l'attuale definizione di agricoltore attivo, qual è la vostra posizione?
"La corretta definizione rappresenta un passo indispensabile per ottimizzare e rendere più efficace la distribuzione dei pagamenti diretti. E' quindi necessario migliorare la definizione, aggiungendo a livello europeo requisiti misurabili e oggettivi. Una distribuzione di risorse solo a chi effettivamente coltiva la terra aiuterà le aziende agricole".
I giovani sono più attenti alle tematiche ambientali?
"Per quanto riguarda gli aspetti ambientali, è fondamentale che l’agricoltura ed i paesaggi agricoli siano riconosciuti come esternalità positive di cui la società civile può beneficiare. I giovani agricoltori hanno un’elevata coscienza ambientale e sono ben istruiti sulle problematiche e sulle sfide di sostenibilità agro-ambientale attuali e future (biodiversità, protezione del suolo, qualità delle acque...)".
Quali sono le vostre proposte a riguardo?
"Stiamo lavorando su proposte di misure e pratiche agricole attuabili e concrete, crediamo infatti nell'importanza dell'allocazione di risorse target e result oriented, avendo obiettivi chiari, misurabili e soprattutto raggiungibili. Crediamo fermamente nell'importanza di fare rete, avvicinarci al consumatore e alla società civile".
Bisognerà mettere mano al greening?
"Credo di sì, anche se di questo come Ceja ne discuteremo a partire da gennaio e per ora non abbiamo ancora una posizione ufficiale".
Lei ha parlato di innovazione, eppure le aziende agricole fanno fatica ad innovarsi. Come si può incentivare questo processo?
"E' necessario promuovere l'implementazione di tecnologie innovative basate su ricerche scientifiche per garantire un futuro sostenibile, redditizio e produttivo all'agricoltura europea. Occorre incrementare la banda larga, agevolare lo scambio di informazioni, tecnologie, risultati, con tutela dei dati personali. Il Ceja per questo propone una piattaforma di best practices a livello europeo".
In definitiva che cosa chiedete per la nuova Pac?
"Vogliamo continuare a fare gli agricoltori e vogliamo vedere incrementare il numero di giovani. Quindi l'obiettivo da raggiungere è rendere attrattivo e competitivo il settore agricolo. La nuova Pac dovrà migliorare la qualità di vita e di lavoro nelle zone rurali, tutelare le aziende agricole dalle crisi di mercato e dalla volatilità dei prezzi. Dovrà garantire la corretta valorizzazione delle produzioni agricole europee attraverso misure che incrementano tracciabilità, trasparenza ed equilibrio lungo tutta la filiera agroalimentare".