Autorevoli attori dell'agroalimentare (aziende private e della grande distribuzione) il sistema della conoscenza (scuole ed università), nonché i produttori biologici, forniti di mezzi tecnici, strutture leader della meccanizzazione, trasformatori, il mondo della ricerca applicata all'agricoltura hanno incoraggiato la nascita dell'associazione regionale "Rete bio innovativa del Veneto" che apporterà positive ripercussioni economiche grazie alla maggiore sostenibilità e biodiversità nelle produzioni agricole.
L'idea è di Coldiretti Veneto e muove da un'analisi legata alla necessità d'individuare nuove traiettorie di sviluppo per le imprese agricole che si trovano a dover affrontare una congiuntura negativa ormai strutturale dal lato della remunerazione dei prodotti.
"Si tratta di un salto culturale che molte aziende, dal vino agli ortaggi, dai cereali alla frutta, vogliono fare" assicura Pietro Piccioni, direttore regionale.
"Coldiretti Veneto è pronta a sostenere questo percorso, affiancando una serie di partner importanti in grado di sostenere e rispettare una scelta convinta. Questa in sostanza l'iniziativa di Coldiretti: orientare le imprese e assicurare loro il giusto appoggio in una nuova sfida della sostenibilità".
Per sottolineare l'impegno assunto con la sottoscrizione dello statuto a breve saranno promosse le certificazioni biologiche e legate alla sostenibilità già operative che consentiranno di distinguere, sul mercato, chi intraprenderà questo cammino.
"L'interesse è alto - garantisce Martino Cerantola, presidente di Coldiretti Veneto - basti pensare che il Veneto bio conta migliaia di operatori e 15.800 ettari certificati che sono però destinati ad aumentare sensibilmente considerato il successo delle misure agroambientali a cui già 10mila addetti ai lavori hanno ricorso".
"Negli ultimi anni si è registrata una sempre maggiore vocazione alla coltivazione e all'allevamento con questo metodo alternativo come testimoniato dal sensibile aumento delle domande di adesione alla misura 11 del Psr 2014-2020. E' evidente che il nostro territorio - commenta Cerantola - può esprimere ben altri numeri. Solo nel 2015 la domanda di prodotti bio ha raggiunto un +20% e, per evitare che la domanda sia coperta dalle importazioni, è necessario incrementare la produzione nazionale di alimenti biologici (nel 2014 si è registrato un aumento del 47% rispetto al 2013 degli importatori di prodotti biologici)".
Il mercato europeo registra un +7,6% ed un volume di affari pari a 26 miliardi di euro. L'Italia, con oltre 1,3 milioni di ettari, 55mila operatori ed un fatturato di 4 miliardi di euro, rappresenta un riferimento per la richiesta di biologico di origine italiana, anche per la fiducia riposta sul sistema di produzione e sui controlli.
Gli aderenti alla rete "Regione bio e biodiversity friendly"
- Produttori: Coldiretti Veneto, AIGelsibachicoltura, Arav, Aipo, Opo.
- Imprese distribuzione: Ecor-NaturaSi.
- Filiere corte bio: Cà Verde, Fattoria alle Origini.
- Trasformatori: Agricola Grains, Pollo Ducale (Malocco), Latterie Vicentine, Redoro srl - Frantoi Veneti, Piazza Antonio, Giorgio e Stefano, Avicola Berlanda Edio & c.
- Fornitori mezzi tecnici: Maschio - Gaspardo, Consorzio Aìagrario del Nord Est, Consorzio agrario Tv Bl.
- Università/Sistema istruzione: Facoltà di Agraria, Istituto Agrario "Della Lucia" di Feltre.
- Enti: Gal Alta Marca Trevigiana.