Sul fronte dei prezzi al consumo, nonostante il dato negativo diffuso dall’Istat sul livello generale dei prezzi, l’indice relativo ai beni alimentari registra un avanzamento dello 0,4% rispetto ad aprile e dello 0,2% su base annua. Una ripresa trainata dalla crescita dei prezzi al consumo dei beni alimentari non lavorati, che a maggio aumentano dello 0,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e dell’1,1% rispetto ad aprile.
L’indice “core”, esclusi i prodotti di ortaggi e frutta fresca, scende a quota 107,1, registrando una sostanziale stabilità rispetto ad aprile (-0,3%) e una contrazione del -6,7% su maggio dell’anno scorso, più accentuata quindi di quella evidenziata dall’indice generale. Guardando ai singoli comparti, i dati di maggio mostrano una congiuntura positiva per le coltivazioni (+9,7% rispetto ad aprile), a fronte di una moderata situazione deflativa su base annua (-3,8%).
Il calo tendenziale riflette la flessione dei prezzi della frutta (-14% su base annua, determinata da cali significativi nelle quotazioni di agrumi e frutta a guscio). Forte calo per i prezzi degli olii e dei grassi vegetali (-30,9%) e in particolare dell’olio extravergine di oliva (-37,7%). Negativo il confronto con maggio anche i cereali (-3,8%), mentre crescono le quotazioni delle colture industriali e gli ortaggi (rispettivamente 8% e 11,8% su base annua).
Per quanto riguarda la dinamica congiunturale, tutte le coltivazioni riportano variazioni nulle, ad eccezione di frutta e ortaggi, che registrano una crescita significativa rispetto ad aprile. Rimane negativa la tendenza per il comparto zootecnico (-5,3%), a fronte di un dato congiunturale di relativa stabilità (-0,6% rispetto ad aprile). La flessione riguarda un po’ tutti gli aspetti del settore, dal bestiame vivo (-3,1%) al latte (-6,8%), passando per le uova (-15,4% rispetto a maggio 2015).