Dopo il picco negativo di aprile, a maggio sono in ripresa i listini agricoli. Lo rileva l’Ismea sulla base dell’indice dei prezzi agricoli alla produzione, che lo scorso mese si è attestatoa 108,3, registrando un incremento del 4,1% su base congiunturale. Questa leggera ripresa ha così attenuato la tendenza deflativa dell’indice, riducendo a -4,6% il gap negativo con maggio 2015.

Sul fronte dei prezzi al consumo, nonostante il dato negativo diffuso dall’Istat sul livello generale dei prezzi, l’indice relativo ai beni alimentari registra un avanzamento dello 0,4% rispetto ad aprile e dello 0,2% su base annua. Una ripresa trainata dalla crescita dei prezzi al consumo dei beni alimentari non lavorati, che a maggio aumentano dello 0,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e dell’1,1% rispetto ad aprile.

L’indice “core”, esclusi i prodotti di ortaggi e frutta fresca, scende a quota 107,1, registrando una sostanziale stabilità rispetto ad aprile (-0,3%) e una contrazione del -6,7% su maggio dell’anno scorso, più accentuata quindi di quella evidenziata dall’indice generale. Guardando ai singoli comparti, i dati di maggio mostrano una congiuntura positiva per le coltivazioni (+9,7% rispetto ad aprile), a fronte di una moderata situazione deflativa su base annua (-3,8%).

Il calo tendenziale riflette la flessione dei prezzi della frutta (-14% su base annua, determinata da cali significativi nelle quotazioni di agrumi e frutta a guscio). Forte calo per i prezzi degli olii e dei grassi vegetali (-30,9%) e in particolare dell’olio extravergine di oliva (-37,7%). Negativo il confronto con maggio anche i cereali (-3,8%), mentre crescono le quotazioni delle colture industriali e gli ortaggi (rispettivamente 8% e 11,8% su base annua).

Per quanto riguarda la dinamica congiunturale, tutte le coltivazioni riportano variazioni nulle, ad eccezione di frutta e ortaggi, che registrano una crescita significativa rispetto ad aprile. Rimane negativa la tendenza per il comparto zootecnico (-5,3%), a fronte di un dato congiunturale di relativa stabilità (-0,6% rispetto ad aprile). La flessione riguarda un po’ tutti gli aspetti del settore, dal bestiame vivo (-3,1%) al latte (-6,8%), passando per le uova (-15,4% rispetto a maggio 2015).