Andando ad analizzare i dati dell’agroalimentare, mercato per mercato, il primo mercato di riferimento è la Germania, con quota del 16% sull’export agroalimentare complessivo e un valore di 4,8 miliardi di euro, seguito dagli Stati Uniti con una quota dell’11,7% e un valore di 3,4 miliardi. Al terzo posto c’è la Francia, con una quota dell’11,2% e un valore di 3,4 miliardi, mentre il Regno Unito, al quarto posto, segue con una quota del 9,6% e un valore di 2,9 miliardi. Infine c’è la Svizzera (3,7% di quota export made in Italy e un valore di 1,1 miliardi di euro).
Le crescite più importanti a livello potenziale sono il Vietnam (+71,3%), l’Arabia Saudita (+37,2%), la Cina (+26,1%), gli Emirati Arabi Uniti (+25,6%), l’Indonesia (+21,4%) e Stati Uniti (+19,5%). Guardando invece i comparti che hanno maggiormente contribuito nel 2015 alla grande performance dell’export made in Italy, le bevande occupano il primo posto, con una quota del 24,1%, seguito da altri prodotti alimentari (19,4%), prodotti da forno e farinacei (11,8%), frutta e ortaggi lavorati e conservati (11%) e infine la carne (10,2%).
Assocamerestero, l’Associazione che riunisce le 79 Camere di commercio italiane all’estero presenti in 54 Paesi, parteciperà al Cibus 2016, il Salone internazionale dell’alimentazione proprio con l'obiettivo di valorizzare le opportunità per l’agroalimentare italiano all’estero, e a contribuire al dibattito sul ruolo dell’export made in Italy del settore e sulle sue prospettive di crescita. Per tutta la durata della fiera Assocamerestero ha organizzato, con il supporto delle 9 Ccie presenti in loco, una delegazione internazionale composta da 13 buyer.
Con tale iniziativa, la rete delle Ccie mira a promuovere lo scambio di know how e competenze tra gli operatori del settore, nell’ottica di sinergia e valorizzazione del made in Italy autentico sui mercati internazionali coinvolti. In programma sempre al Cibus, nella giornata del 10 maggio, una sessione di presentazione dei Consorzi e delle produzioni Dop e Igp per gli operatori esteri.
“Questi dati confermano l’efficacia della strategia elaborata e attuata dal Parlamento e Governo per promuovere il made in Italy – sostiene Colomba Mongiello, vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della contraffazione – con il progetto curato da Assocamerestero, nello specifico, promuoviamo il cibo 100% made in Italy coltivato e trasformato in aziende che investono su qualità e certificazioni, anche per contrastare il crescente italian sounding”.
“La presenza di Assocamerestero a Cibus è specificamente dedicata a un progetto, che coinvolge in azioni di promozione delle produzioni autentiche italiane le 9 camere italiane presenti sul mercato nord americano – spiega Gaetano Fausto Esposito, segretario generale di Assocamerestero – più in generale ciò testimonia il forte impegno dell’intera rete delle Ccie sull’agroalimentare, che assorbe circa il 50% delle iniziative delle Camere, per un totale di oltre 20 milioni di euro investiti in servizi per le imprese del settore”.