Occorre inoltre ricordare che le risorse della quota nazionale inutilizzate non vanno a disimpegno automatico, ma sono assegnati al nuovo programma di sviluppo rurale in corso. Le regioni più virtuose sono Lombardia, Emilia Romagna e Umbria, che sono riuscite a spendere tutte le risorse entro l’ultima data utile del 31 dicembre 2015, sia sul versante dei fondi nazionale che per quanto riguarda la quota Feasr.
Seguono la Toscana, con un residuo di soli 2mila euro di quota nazionale e 1629,27 euro di quota Feasr, la Liguria rispettivamente 29mila e oltre 19mila euro, e il Veneto con 35mila e più di 29mila euro. Grande recupero sul finale del Lazio, che ha chiuso con soli 180mila euro inutilizzati a livello nazionale e 150mila euro circa di quota fondi europei.
Le cifre salgono per la Valle d’Aosta, che ha lasciato in cassa 700mila euro di fondi nazionali e oltre 614mila euro di quota Feasr, mentre le Marche non ha speso 900mila euro nazionali e poco più di 731mila euro del Feasr.
Le province autonome di Trento e Bolzano invece non sono riuscite nel rush finale a chiudere senza spesa inutilizzata, lasciando in cassa rispettivamente 1 e 1,2 milioni di euro di quota nazionale, da poter reinvestire nella nuova programmazione. Per quanto riguarda la quota relativa ai fondi europei, Trento è andata a disimpegno automatico per circa 633mila euro, mentre Bolzano per circa 1 milione di euro.
Più in basso in classifica c’è il Friuli Venezia Giulia, con 2 milioni di euro circa inutilizzati di fondi nazionali e 1,5 milioni di quota Feasr a disimpegno. Le maglie nere appartengono all’Abruzzo, con 4,1 milioni di euro rimasti in cassa di quota nazionale e 3,4 milioni di quota Feasr, e al Piemonte, fanalino di coda del Centro Nord, con 9,6 milioni di euro di cofinanziamento nazionale non spesi e 8 milioni di quota Feasr andati in disimpegno automatico.
Psr 2007-2013, al Sud il 74,75%del disimpegno automatico del Feasr