“E' un momento in cui i consumatori, ma anche i dipendenti di Cortilia, possono incontrare gli agricoltori che ci forniscono le materie prime”, spiega ad AgroNotizie Marco Porcaro, fondatore e amministratore delegato di Cortilia. “E' un momento di condivisione in cui approfondiamo la conoscenza di un alimento grazie al racconto di chi lavora la terra”.
Ad aprire gli incontri è stato Carlo Fiorani, che nella sede milanese di Cortilia ha portato il suo pane. Un pane fatto con lievito madre, a lunga lievitazione, prodotto con le farine provenienti dalla macinatura a pietra del grano che lui stesso coltiva nella sua azienda alle porte di Cremona.
“I consumatori che conoscono il pane, l'alimento base della nostra dieta, sono pochissimi”, spiega Carlo ad AgroNotizie. “Le farine usate nei panifici industriali sono una delle cause della pandemia di celiachia a cui stiamo assistendo perché mettono a dura prova il nostro sistema digestivo. E sono anche nutritivamente povere: la macinazione altera le proprietà del frumento, almeno che non venga fatta a pietra”.
E' per questo che Carlo si sveglia tutte le mattine alle tre per preparare il suo pane che poi viene distribuito dai furgoncini di Cortilia. Nella sua cascina produce anche insaccati, uova e birra. Il tutto rispettando terra e tradizione.
Ma cosa lo ha spinto ad abbandonare la coltura del mais che faceva suo padre? “Mi sono reso conto che non aveva senso produrre pensando solo a massimizzare le rese, senza curarmi della mia salute e di quella della terra e coprendo a stento i costi di produzione”, racconta Carlo. “Così sono andato a scuola di panificazione, ho piantato il mio grano e ho iniziato a produrre il mio pane. La mia birra con il mio orzo. I miei insaccati con i miei maiali”.
Cortilia ha chiuso il cerchio, rendendo possibile la vendita dei prodotti al consumatore finale. A guadagnarci sono tutti. L'agricoltore ottiene una giusta remunerazione per il suo lavoro, mentre il consumatore si vede recapitare direttamente a casa prodotti di qualità ad un prezzo poco più alto di quello della grande distribuzione.
E' Cortilia che seleziona i fornitori. Devono essere agricoltori, non per forza biologici, che producono prodotti di qualità, rispettando la terra. Si viene a creare un rapporto di fiducia, spiegano i dipendenti della piattaforma, per cui “noi conosciamo loro e loro conoscono noi”. In questo modo si valorizza l'economia agricola locale e si dà una mano all'ambiente. Il concetto è quello del chilometro zero, o quasi. Il pregio è che viaggia solo la merce che è già stata acquistata: niente sprechi di cibo e neppure di carburante.
Ma è un modello di produzione e distribuzione che può soppiantare quello attuale? “Se noi ci fossilizziamo sul modello della produzione di massa non andiamo da nessuna parte. La cura del prodotto determina anche la cura dell'ambiente e della nostra salute”, dice Carlo.