L’Ismea oggi rappresenta in quale reale contesto italiano si collocherebbe il contingente supplementare da 35 mila tonnellate a dazio zero di olio di olive proveniente dalla Tunisia che potrebbe entrare nel mercato comunitario tra 2016 e 2017,  dopo definitivo via libera di Bruxelles.
 
Ismea oggi fa sapere che l’import complessivo di oli di oliva in Italia nei primi dieci mesi del 2015 è diminuito in termini quantitativi (-8%) ed è cresciuto in valore (+37%). Con effetti su prezzi e quantità attesi in attenuazione grazie alla buona campagna produttiva italiana del 2015/2016.
 
“È cresciuto nel 2015 il ruolo di Grecia e Tunisia tra Paesi fornitori di olio di oliva dell’Italia, con un quantitativo importato di cinque volte superiore rispetto al 2014. È quanto si evince dalle nostre elaborazioni sui dati Istat relativi ai primi 10 mesi dell’anno scorso – ammette l’Ismea nella nota diffusa oggi.
 
“Alla base di questa dinamica - spiega l’istituto - il dimezzamento degli acquisti dalla Spagna, scesi a 260 mila tonnellate (rispetto alle 466 nel periodo gennaio – ottobre 2014), a causa di una scarsa disponibilità della campagna 2014-2015”.
 

E nonostante l’incremento a tripla cifra degli arrivi dagli altri partner commerciali del Mediterraneo - oltre a Grecia e Tunisia anche i conferimenti dal Marocco sono impennati del 200% - “L’import italiano nel periodo in esame si è attestato a 484 mila tonnellate, l’8% in meno sui primi 10 mesi del 2014 – afferma l’Ismea.

Ismea infine sottolinea “Le importazioni in valore al contrario hanno registrato un balzo in avanti del 37% di riflesso all’aumento medio dei listini, che hanno risentito inevitabilmente del deficit di prodotto immesso nei circuiti commerciali internazionali”.
 
Un andamento, sottolinea l’Ismea, destinato progressivamente ad attenuarsi nel 2015 e "Probabilmente ad invertirsi nel corso del 2016, considerata l’abbondante produzione di quest’anno dei primi due player mondiali, Italia e Spagna, che dovrebbe a breve ripristinare una situazione di normalità negli scambi”.
 
In pratica, sarebbe lecito attendersi nel 2016 prezzi più bassi e maggiori importazioni, ma non dalla Tunisia, bensì dalla Spagna. Perchè è "Da considerare anche - sottolinea l'Ismea - che la produzione olivicola tunisina, in base alle ultime stime Coi, potrebbe risultare più che dimezzata nel 2016 rispetto alle 340 mila tonnellate registrate nella campagna precedente".

Infine, in base alle ultime ricognizioni dell’Istituto effettuate a gennaio attraverso la sua rete di rilevazione e i dati delle dichiarazioni dei frantoi, si evince un forte incremento produttivo per l’Oliveto Italia che dalle 222 mila tonnellate di olive della scorsa campagna potrebbe arrivare quest’anno a una produzione superiore a 380 mila (+70%).