“Siamo convinti che la nostra professionalità, offrendo soluzioni tecniche avanzate, elevi la nostra responsabilità etica e ci costringa a operare sempre nell'interesse generale in un'ottica di progresso sociale – spiega il neopresidente Sisti – riteniamo che l'esercizio della professione di agronomo nei contesti connessi all'agricoltura, all'alimentazione, alla ruralità, al paesaggio e alle risorse naturali abbracci una dimensione bioecologica planetaria necessariamente scevra di frontiere per il trasferimento di pensiero, professionalità e tecnologia”.
Un lascito importante, quello della Waa (World association of agronomists) alla Carta di Milano. “L'opera dell'agronomo rappresenta una considerevole potenzialità nell'ambito delle sfide globali del 21° secolo – continua Sisti – ragione per cui ci proponiamo di cooperare alla definizione di una strategia tecnico alimentare e di sostenibilità ambientale per l'intero pianeta e in particolare per le zone in ritardo di sviluppo”.
Fra le proposte degli agronomi troviamo le città come luoghi dove si produce cibo, la biodiversità e la sicurezza alimentare. In primo luogo si parla di produzione di cibo nei centri urbani tramite fattorie verticali, orti, biotopi urbani e flussi veicolari a energia pulita, passando alla sostenibilità e alla conservazione della biodiversità.
Per quanto riguarda la sicurezza alimentare, secondo gli agronomi l'educazione alimentare deve diventare una materia obbligatoria nelle scuole e nei percorsi formativi a livello di comunicazione del sapere sugli alimenti. Passando invece ai dieci principi inseriti nel documento, si parla di cibo e salute, sostenibilità, biodiversità, salvaguardia del suolo e del paesaggio, uso sociale della genetica e della tecnologia, indipendenza intellettuale, autonomia professionale, sapienza e formazione, spirito di colleganza e solidarietà.
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Fonte: VI Congresso mondiale degli agronomi
Autore: Lorenzo Pelliconi