Andando a fondo con un'analisi contabile, i ricavi della capogruppo Cap Emilia vedono in primo luogo il settore cereali, con 57,3 milioni di fatturato, mentre il secondo comparto per volume d'affari è quello delle macchine, con 33,7 milioni. Seguono gli antiparassitari (29,7 milioni) e i mangimi (28,9 milioni).
Stabile il fatturato del settore alimentare e buone notizie anche dal comparto assicurativo-finanziario, con l'agenzia generale Fata che ha raccolto un totale di 27 milioni di euro di premi raccolti nei rami vita, danni e grandine. Fra le società e imprese controllate, si registrano le situazioni positive di Eurocap Petroli (125 milioni di fatturato), Sis, Società italiana sementi (42,6 milioni) e il polo mangimistico Emilcap (33 milioni).
“I conti dell'attività ordinaria del Cae restano in buon equilibrio – precisa il direttore generale Angelo Barbieri – abbiamo un margine positivo netto di quasi 2 milioni di euro e il risultato di gestione sostanzialmente in pareggio. La perdita va addebitata, oltre che alla negativa congiuntura economica dell'anno passato, anche alla svalutazione prudenziale effettuata di investimenti finanziari e immobiliari”.
Nel corso del 2014 il gruppo, per affrontare crisi economica e difficoltà di mercato, ha messo in campo un piano importante di riduzione del costo del personale, attraverso contratti di solidarietà e incentivazione al prepensionamento.
“Resta comunque confermata la validità strategica del progetto Cae – ammette il presidente Gabriele Cristofori – la fusione sta dando risposte positive al territorio e alle attese dei soci-agricoltori in termini di servizi. Abbiamo fatto argine alle tante criticità grazie ad un'impresa ancora più radicata sul territorio. Continueremo a investire e a crescere per sempre meglio rispondere alle esigenze del mondo agricolo emiliano e per assecondare la voglia di innovazione delle aziende, specialmente quelle gestite da giovani imprenditori”.