Lo rivela l’Ismea nell’Overview sui mercati agroalimentari di questa settimana, in cui preannuncia una probabile ulteriore correzione al rialzo dei listini (specialmente per i prodotti di minor pregio), già posizionati su livelli molto elevati. Stessa situazione in Tunisia, dove le aspettative restano prevalentemente rialziste in sintonia con le dinamiche in atto a livello europeo.
Sembra intanto proseguire la situazione di calma piatta sui mercati vinicoli, con quotazioni stazionarie ad eccezione dei bianchi comuni spagnoli, in marginale miglioramento, ma venduti a prezzi fortemente competitivi rispetto ai vini italiani. Questi ultimi, al contrario, potrebbero subire lievi correzioni al ribasso, in un mercato privo di spunti sul fronte delle richieste e penalizzato da una qualità dei prodotti non del tutto soddisfacente.
Per gli ortaggi, a fronte di un graduale e fisiologico assestamento al ribasso dei prezzi di carciofi, asparagi, zucchine e melanzane, atteso anche questa settimana, si rileva una inconsueta tenuta per patate novelle e meloni, con il mercato che resta in questa fase presidiato solo dal prodotto siciliano. Pomodori e peperoni mantengono un trend al rialzo, mentre i prodotti frutticoli sembrano in prevalenza orientati a replicare le ultime quotazioni, in un contesto di prezzi stazionari soprattutto per mele e kiwi. Da rilevare che gli arrivi dai paesi dell’Emisfero australe stanno subendo alcuni ritardi, favorendo implicitamente le produzioni italiane. Riguardo alle residue disponibilità di pere, si ravvisano condizioni favorevoli per lo smaltimento sia in Italia che all’estero, con possibili rincari per la varietà Abate fetel destinata in prevalenza all’esportazione.
Scambi regolari con prevedibili ulteriori riduzioni dei prezzi per le fragole, anche a seguito dell’entrata in produzione degli areali emiliano-romagnoli e dell’avvio, ormai imminente, delle operazioni di raccolta nel Veronese che rappresenta il principale polo produttivo del Nord Italia. Da segnalare, inoltre, l’aumentata pressione del prodotto di importazione, essenzialmente spagnolo, venduto a prezzi competitivi anche nell’esigenza di superare problemi di conservazione.
Per la frutta estiva si delinea un quadro produttivo complessivamente più scarso per le albicocche, con i raccolti europei stimati in calo del 4% (fonte Europech) a seguito di alcuni danni da pioggia e freddo registrati nel pieno della fioritura. Al contrario dovrebbe aumentare dell’1% la produzione Ue di pesche, nettarine e percoche, mentre appare regolare la situazione in Italia per le ciliegie, ormai in fase di allegagione.
Nel comparto zootecnico resta orientato al ribasso il mercato dei suini da macello, nonostante l’offerta relativamente contenuta. Il lungo fine settimana, in coincidenza con la festività del primo maggio, potrebbe imprimere una spinta all’attività di macellazione, ma sul circuito delle carni gli operatori restano prudenti, in presenza di stock europei ancora rilevanti per le mancate vendite in Russia. Nell’Ue l’operazione di ammasso privato delle carni suine continua a buon ritmo, con la Spagna (Catalogna in primis) leader per quantità di contratti.
Per il bestiame bovino - prosegue l’analisi Ismea - i mercati dovrebbero confermare una situazione di calma generale, in un contesto di prezzi stazionari e in previsione di un’attività di macellazione in “stand by”. Le carni continueranno invece a subire le interferenze dei tagli di importazione, soprattutto francesi, penalizzate inoltre dalle intenzioni della grande distribuzione di intensificare le vendite in promozione.
Si profila un quadro di graduale miglioramento per il pollame, grazie a una domanda in lieve ripresa che garantisce una sostanziale tenuta dei corsi, mentre tenderanno a peggiorare ulteriormente gli sviluppi mercantili per i conigli e le uova, in una fase di riduzione dei consumi in linea con i normali andamenti stagionali.
Riguardo ai lattiero caseari, le prospettive restano orientate a un leggero miglioramento delle quotazioni per i formaggi grana, con buone richieste da parte degli stagionatori/grossisti soprattutto in previsione di una migliore attività di esportazione. Nel mese di febbraio le consegne di latte in Italia hanno fatto segnare il primo arretramento da inizio campagna (-1,7% rispetto allo stesso mese del 2014), anche se in undici mesi (da aprile 2014 a febbraio 2015) hanno accumulato una crescita del 2,6% su base annua. Il prezzo del latte crudo alla stalla non dovrebbe comunque subire ulteriori scossoni in Italia, mentre sui circuiti internazionali prosegue la flessione per burro e latte in polvere, in un mercato che fatica a trovare un punto di equilibrio.
Per i cereali, infine, Ismea conferma la riduzione dei prezzi del grano duro, scesi ormai sotto la soglia dei 300 euro alla tonnellata e attesi ancora al ribasso. I mercati manterranno un trend negativo anche per frumento tenero e mais, mentre i semi di soia, in questa fase stazionari, subiranno a breve le pressioni dell’offerta, con l’arrivo ormai imminente dei raccolti brasiliani e argentini.
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Fonte: Ismea