Crescono a febbraio i prezzi in campagna, ma solo grazie al contributo delle coltivazioni vegetali. È quanto rileva l’Ismea sulla base dell’indice dei prezzi agricoli che si è attestato nel mese in esame a 116,7 (base 2010=100), facendo registrare un incremento dello 0,4% su gennaio e dell’1,5% su febbraio 2014.

A sostenere l’incremento mensile dei prezzi nel comparto vegetale (+2,1%), sottolinea l’Ismea, gli aumenti della frutta (+8,8%), degli oli di oliva (+3,2% su gennaio) e dei semi di soia (+3,1%). Calano al contrario i prezzi dei cereali (-2,7%), in un mercato al momento condizionato dalla forte pressione dei frumenti canadesi, e si registrano correzioni al ribasso per i listini orticoli (-0,8%) e vinicoli (-0,5%).

Sul versante della zootecnia, che cede nel complesso l’1,2% su gennaio, si segnala un ulteriore indebolimento per il bestiame vivo (-2,7%), con riduzioni comprese tra il meno 18,2% dei conigli e il meno 0,9% dei suini. Unica voce in controtendenza i bovini, che spuntano un mezzo punto percentuale su base mensile. Per il lattiero caseari, febbraio chiude con un mini rimbalzo dello 0,6%, grazie al recupero mensile del burro (+8,6%), e ad una leggera ripresa delle quotazioni dei formaggi grana (+0,7%). Le uova, al contrario, proseguono su un crinale discendente (-1,6%).

Passando all’analisi su base annua, l’incremento dell’1,5% dell’indice riflette la crescita sostenuta del comparto vegetale (+12,8%) controbilanciata dalla flessione del 9,5% dei listini zootecnici.

Più nel dettaglio, gli oli di oliva, acclarata ormai una produzione quasi dimezzata, continuano ad evidenziare dei valori molto al di sopra dei livelli dello scorso anno (+71,6% la crescita su febbraio 2014). Rincari sostenuti si registrano tra gli ortaggi (+18,2%), a causa di una forte variabilità climatica che ha reso discontinua e spesso carente l'offerta di diverse produzioni anche in serra. La frutta avanza complessivamente del 17%, in un mercato molto eterogeneo al suo interno, con i listini degli agrumi in forte crescita e, di contro, un deprezzamento delle mele (-29,6%) per problemi di eccesso di offerta e limitazioni all’export.  Resta, invece negativo il confronto d’anno per semi di soia (-18,3%), vini (-8%) e coltivazioni industriali (-5,6%).

Nel comparto zootecnico, le rilevazioni dell’Ismea indicano ancora pesanti segni meno per il bestiame vivo ( -7,3% in media su base annua), con punte particolarmente negative per i suini (-10,5%), condizionati dalla pressione dell’offerta comunitaria privata, da agosto, dello sbocco verso il mercato russo.  Solo i prezzi degli ovi-caprini risultano in crescita sul 2014 (+1,3%), in un contesto sfavorevole anche per avicoli (-2,9%), conigli (-15,6%), uova (-7,3%) e prodotti lattiero caseari (-12,1%).

L’indice mensile è disponibile sul sito dell'Ismea.