Terminata la fiera, il 29 novembre un gruppo di 15 manager italiani, più altri 10 manager tedeschi hanno partecipato allo “Store Check” organizzato da Anuga e Cibus visitando i supermercati di quattro catene distributive a Pechino (WalMart, Jenny Lou’s, City Shop, Ole), incontrando dentro i punti vendita i dirigenti delle catene cinesi per studiare esposizione e rotazione dei prodotti italiani ed opportunità di sviluppo delle relazioni commerciali.
In questi supermercati il prodotto italiano è già conosciuto e distribuito, in particolare pasta, olio, salumi, farina per la pizza. La città di Pechino, con i suoi 20 milioni di abitanti, e le circostanti regioni settentrionali rappresentano un bacino potenziale di importazione molto interessante per il food made in Italy, relativamente nuovo rispetto a quello di Shangai. La Cina è già un grande consumatore di cibo importato e si prevede che diventerà entro il 2018 il primo Paese al mondo con un valore di 80 miliardi di dollari.
“La partecipazione alla fiera di Pechino è stata un grande successo, perché risponde ad un grande interesse dei cinesi per il cibo italiano – ha riferito Elda Ghiretti, Cibus brand manager di Fiere di Parma – e non solo delle fasce alte della popolazione perché abbiamo visitato supermercati più popolari dove le vendite del food italiano sono in crescita. Certo, non è un mercato facile, e prima di tutto bisogna farsi conoscere. Grazie alla collaborazione con KoelnMesse/Anuga riusciamo a portare le aziende italiane che vengono a Cibus sia nella fiera Thailandese che in quella di Pechino, coprendo quindi la Cina settentrionale e quella meridionale”.
A “World of Food Beijing” ha partecipato anche il ministero dello Sviluppo economico presentando il suo programma di certificazione dei prodotti biologici e delle certificazioni religiose Halal e Kosher. Il programma, realizzato in collaborazione con Federalimentare, Federbio, Fiere di Parma, Comunità ebraica italiana, e Centro islamico culturale d'Italia rientra in una più ampia attività del ministero per la Promozione e la protezione delle eccellenze alimentari del made in Italy e il rafforzamento della competitività del sistema produttivo nazionale nei mercati esteri.
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Fonte: Cibus