La firma del protocollo si inserisce tra le attività portate avanti da Anicav per contrastare l’utilizzo di manodopera irregolarmente impiegata nel comparto e il fenomeno del caporalato che, pur interessando il mondo agricolo, coinvolge l’intera filiera produttiva.
Si tratta di uno strumento per promuovere comportamenti socialmente responsabili da parte delle imprese industriali e di trasformazione del conserviero-pomodoro e ha l’obiettivo di favorire il rispetto dei contratti collettivi nazionali e delle leggi a tutela dei lavoratori in tutti i segmenti della filiera pomodoricola.
Gli impegni assunti:
- attivare un confronto con il ministero del Lavoro e delle politiche sociali al fine di programmare un’azione incisiva di contrasto al lavoro irregolare e all’illegalità diffusa in alcune aree territoriali del Paese;
- istituire tavoli tecnici presso le Prefetture delle zone maggiormente interessate al fenomeno del caporalato, al fine di intensificare i controlli nel corso della campagna di trasformazione, anche con il coinvolgimento della parte agricola e delle istituzioni e degli enti preposti ai controlli;
- attivare un confronto con i soggetti di rappresentanza del Comparto, comprese le associazioni cooperative e i distretti;
- favorire il rispetto dei contratti nazionali e delle leggi, in tutti i segmenti della filiera manifatturiera del prodotto conserviero-pomodoro, a tutela dei diritti dei lavoratori, combattendo il lavoro minorile, ponendo attenzione alla salute e alla sicurezza del lavoratore, e alla cancellazione del lavoro irregolare e delle forme di caporalato;
- favorire la valorizzazione della qualità del prodotto secondo canoni che non possono prescindere dalla ricerca, dall’innovazione e dal rispetto dei diritti non solo dei lavoratori ma anche dei consumatori.
È stata posta in particolare l’esigenza di contrastare l’applicazione di tipologie contrattuali che dovessero determinare effetti di dumping contrattuale, nonché l’inosservanza del trattamento normativo ed economico previsto dai Ccnl di riferimento applicati ai lavoratori che operano nei processi produttivi.
A questo proposito i gruppi industriali e le aziende forniranno, a scadenza semestrale e su richiesta, alle Rappresentanze sindacali unitarie o al Comitato esecutivo, i dati aggregati sulla natura delle attività conferite in appalto e/o in decentramento produttivo e su eventuali casi di scorporo di attività del proprio ciclo produttivo che abbiano riflessi sull’occupazione complessiva. Inoltre, daranno annualmente il dato medio del numero dei lavoratori delle ditte appaltatrici, che hanno prestato la propria attività all’interno delle unità produttive.
Se si dovessero riscontrare fenomeni contrastanti con le norme contrattuali, saranno oggetto di specifici incontri tra le parti. Nel caso in cui questo non fosse possibile, le organizzazioni sindacali avvieranno specifiche denunce documentate agli enti preposti.
"È con grande senso di responsabilità che Anicav ha sottoscritto questo protocollo, focalizzando l’attenzione soprattutto sulla corretta applicazione dei Ccnl e sul fenomeno del caporalato. L’industria intende contrastare in modo fermo e deciso tale pratica che, pur interessando il mondo agricolo, coinvolge l’intera filiera”, ha detto Antonio Ferraioli, presidente Anicav.
“Anicav ha accelerato la sottoscrizione del protocollo e sta lavorando di concerto con gli assessori regionali e con i ministeri competenti, anche attraverso l’azione del neo costituito polo distrettuale del pomodoro da industria del Centro-Sud Italia, per giungere alla piena soluzione del problema”, ha concluso il direttore Giovanni De Angelis.
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Fonte: Anicav