L’agricoltura è l’unico settore produttivo a registrare un incremento congiunturale del valore aggiunto nel primo trimestre dell’anno, contribuendo così a contenere il calo del Pil su cui pesa soprattutto il trend negativo dell’industria. Lo afferma la Cia - Confederazione italiana agricoltori a commento dei dati Istat diffusi oggi.

Si tratta di una conferma della vitalità delle imprese agricole che, pur in presenza di numerosi ostacoli economici e di una burocrazia opprimente, continuano ad andare avanti - osserva il presidente Dino Scanavino - garantendo produttività e lavoro in controtendenza rispetto all’andamento generale”.  

Il segno positivo, tuttavia, non sgombra il campo dai problemi: la situazione delle aziende resta difficile - continua Scanavino - anche a causa della persistente stagnazione dei consumi domestici, prima di tutto quelli alimentari. Il calo della spesa per il cibo ha sfiorato il 12 per cento rispetto ai livelli pre-crisi (dai 129 miliardi del 2007 ai 114 miliardi del 2013) e oggi un italiano su due continua a comprare solo l’essenziale”.

Per questo motivo il presidente della Cia chiede al Governo "da un lato di implementare le misure a sostegno dei redditi delle famiglie e, dall’altro, di investire sul serio sull’agricoltura, perché può rappresentare un volano per la ripresa del Paese".

"Un assunto ancora più vero a meno di un anno da Expo 2015 - conclude Scanavino - che metterà al centro della scena proprio il cibo, nelle sue varie accezioni (sicurezza alimentare, qualità e tradizione agricola, innovazione e biodiversità), diventando un ulteriore fattore di accelerazione economica per l’Italia e le sue imprese”.