La questione legata al drastico taglio delle assegnazioni di gasolio agricolo, dopo approfondite valutazioni, risulta molto più complessa di quanto in un primo momento si potesse pensare”. La precisazione arriva da Apima Mantova, sindacato degli agromeccanici e degli agricoltori della provincia virgiliana, che sulla vicenda interviene per fare chiarezza. La legge di stabilità ha infatti previsto un taglio nelle concessioni di gasolio agevolato del 15% sui consumi medi standardizzati per il 2014. “Tale provvedimento rappresenta una minaccia per le imprese agricole – specifica il direttore di Apima Mantova, Sandro Cappellini che vedono decurtate le assegnazioni sulla base di parametri di ettaro-coltura. Ma il vero nodo riguarda le imprese agromeccaniche, che operano in regime di bilancio e con calcoli a consuntivo, e non preventivi”.

Mentre le imprese agricole dovranno fare i conti con un taglio lineare quantificabile in anticipo, le imprese agromeccaniche, che hanno l’assegnazione libera, si ritroveranno agli inizi del 2015 a dover eliminare il 15% del gasolio agricolo sulla base di quanto già consumato. Un problema già in essere con il taglio del 10% decretato per il 2013. Come si dovranno regolare i contoterzisti? E se il carburante sarà già stato consumato e, dunque, non più in giacenza, sui litri in eccesso si dovranno applicare le accise non agevolate? “Un problema rilevante – osserva il presidente di Apima Mantova, Marco Speziali – tenuto conto che le imprese agromeccaniche sono sempre più richieste per servizi di terziarizzazione agricola, tanto che si può prevedere un aumento dei consumi di carburante, contro una ipotizzabile diminuzione dei consumi da parte delle imprese agricole”.

Alcune imprese agromeccaniche con sede nel mantovano, dice Apima, consumano mediamente anche 500mila litri di gasolio agricolo ogni anno; un taglio del 15% effettuato a posteriori imporrebbe a queste imprese di avere in giacenza 75mila litri, impossibili da detenere in azienda. “Sulla questione abbiamo interrogato la Regione Lombardia – dice Cappellini - dal momento che l’assegnazione avviene su base regionale. La legge di stabilità mette in crisi sia le imprese agricole che quelle agromeccaniche”.