Le aziende agricole familiari come attori chiave per estirpare la fame nel mondo: questo il messaggio lanciato da José Graziano da Silva, direttore generale dell’Organizzazione delle nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), in occasione di una conferenza a Bruxelles.

Nei Paesi sviluppati e in via di sviluppo, sono oltre 500 milioni le realtà agricole che producono grazie al lavoro dei membri di una famiglia: una struttura che domina quindi il panorama mondiale.

Per loro il 2014 sarà l’anno dedicato all’agricoltura familiare: un’iniziativa dell’Onu per far cambiare la percezione di queste unità lavorative, spesso non considerate come attori produttivi a tutti gli effetti, ma piuttosto come soggetti di politiche sociali.
L’obiettivo è supportare le piccole realtà autosufficienti, ovvero chi produce per la propria famiglia e per i mercati locali – prevalentemente donne, anche se il contributo femminile nel guidare il settore agricolo è spesso sottostimato. 
Il sostegno è importante tanto più che nell’ultimo decennio il numero delle aziende familiari è crollato di oltre un terzo: una quota che corrisponde a circa 5 milioni di posti di lavoro. Un fenomeno che si è sviluppato soprattutto in Romania, Polonia e Bulgaria, come evidenziato anche dai dati Eurostat pubblicati a luglio. 

Nonostante ciò “le aziende familiari rappresentano l’ossatura della società rurale – ha aggiunto il Commissario europeo Dacian Ciolos  e sono uno dei massimi fattori del suo sviluppo economico”.