Nelle campagne i pensionati vivono una situazione sempre più difficile. Oltre al calo netto del potere d'acquisto, gli anziani soffrono un profondo disagio a causa della drastica riduzione dei servizi socio-sanitari e per i tagli apportati al Fondo per la non autosufficienza. E' quanto sottolinea l'Anp, Associazione nazionale pensionati della Cia, Confederazione italiana agricoltori in merito al rapporto dell'Istat sulla condizione dei pensionati nel nostro Paese. 

L'Anp-Cia evidenzia sconcerto davanti ai dati resi noti dall'Istat: quasi la metà dei pensionati, 7,6 milioni, il 45,4 per cento del totale, riceve pensioni (una o più prestazioni) per un importo medio totale mensile inferiore a 1.000 euro. Per 2,4 milioni (14,4 per cento), invece, la soglia si abbassa: le prestazioni non superano i 500 euro.

Un quadro - avverte allarmata l'Anp - che fa comprendere come sia precaria la condizione dell'anziano in Italia. E nelle zone rurali tutto diventa più difficile, anche per la sconfortante carenza di servizi pubblici, di cui il pensionato non può usufruire. Una situazione alla quale occorre al più presto porre riparo al fine di evitare che tutto precipiti ancora di più nel dramma.

Da qui una serie di proposte che l'Anp-Cia rilancia di fronte ai dati Istat: avviare il recupero del 'fiscal drag' sulle pensioni; incrementare il Fondo per la non autosufficienza; qualificare i presidi socio-sanitari e i servizi nelle aree e nei centri rurali. 

La necessaria contrazione, razionalizzazione e qualificazione della spesa pubblica non può prescindere - afferma l'Anp-Cia - da un riequilibrio territoriale e sociale, dai bisogni dei pensionati delle aree e dei borghi rurali, dove i tagli e le carenze di servizi pubblici, sanitari, socio-assistenziali si avvertono maggiormente ed è più insopportabile l'isolamento dell'anziano.