"Un accordo che risponde alle esigenze delle imprese agricole, oggi più che mai in difficoltà a causa degli elevati costi produttivi, contributivi e burocratici, che la manovra economica del governo Monti ha ulteriormente aggravato. E' importante che si sia trovata un'intesa che affronta in maniera adeguata le questioni dell'occupazione, del costo e del mercato del lavoro, della semplificazione amministrativa e degli aspetti previdenziali".
Così il direttore nazionale della Cia - Confederazione italiana agricoltori Rossana Zambelli ha commentato i vari punti dell'Avviso comune durante la conferenza stampa unitaria delle rappresentanze agricole, della cooperazione e dei sindacati che lo hanno sottoscritto.
"In un periodo di preannunciati conflitti sindacali sulla riforma del mercato del lavoro, è importante che il settore agricolo - ha aggiunto il direttore nazionale Cia - abbia trovato un'intesa che vede firmatarie tutte le parti sociali agricole. Non è un caso, infatti, che l'Avviso Comune (il quarto sottoscritto dal 2004) valorizza proprio la bilateralità agricola che proviene da una lunga tradizione e che, alla luce degli spazi aperti dalla recente legislazione giuslavorista, si sta significativamente innovando per venire incontro in maniera adeguata e più puntuale ai problemi delle aziende e dei lavoratori".
"Comunque, l'accordo - ha rimarcato Zambelli - esprime la rilevanza che il settore agricolo attribuisce all'occupazione e alla sua salvaguardia in linea con la priorità 'lavoro' dell'agenda governativa. In tale contesto, anche la premialità in termini di riduzione del costo del lavoro per le imprese virtuose (che aumentano e stabilizzano l'occupazione e rispettano le norme sulle sicurezza), è un elemento che deve essere adeguatamente considerato. Questo anche per il fatto che i recenti provvedimenti legislativi incentivano l'occupazione riguardando i rapporti a tempo indeterminato e, di fatto, non si applicano al settore agricolo, dove nel 90 per cento dei rapporti di lavoro sono a termine o stagionali".
Zambelli sottolinea anche che, nell'intesa, è stato dedicato un ampio spazio al tema della semplificazione amministrativa, uno dei fattori che più incidono in termini di competitività, soprattutto per le piccole e medie imprese.
L'intesa, in pratica, vuole proporre soluzioni alle difficoltà del mercato del lavoro dovute alle caratteristiche oggettive e ineliminabili del settore agricolo: la necessità di impiegare manodopera in periodi circoscritti, ma ripetitivi nel corso dell'anno legati alle produzioni stagionali, nonché spesso soggetti all'imprevedibilità delle condizioni e delle emergenze climatiche.
Un argomento di particolare interesse, sempre nel contesto delle semplificazioni, è quello dei lavoratori extracomunitari, che rappresentano una componete ormai strutturale del lavoro agricolo (il 15 per cento dei lavoratori circa), ma per i quali le procedure - denuncia Zambelli - "risultano ancora troppo lente e farraginose".
Un altro tema caldo è quello della previdenza agricola, che secondo il settore richiede una maggiore attenzione da parte delle amministrazioni competenti, in particolare Inps, al fine di evitare contenzioso inutile e dispendioso per l'amministrazione stessa e per le aziende.
"L'attenzione del governo rispetto a questo accordo e a questi temi avrà - ha concluso il direttore nazionale della Cia - effetti positivi anche per la riduzione del lavoro irregolare".
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