Perché l’Italia si presenti con una posizione chiara e unitaria a Bruxelles per il rinvio della proposta di deroga occorre far fronte comune sulla Direttiva Nitrati pervenendo alla revisione delle zone vulnerabili tramite l’avvio di studi comparati tra le varie fonti inquinanti, che non sono esclusivamente zootecniche. Solo così difenderemo le nostre aziende agricole dall’ingiusta accusa di essere le uniche responsabili dell’inquinamento delle acque”.

E’ l’appello che l’assessore all’Agricoltura del Veneto, Franco Manzato, ha lanciato ai colleghi di Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, con l’obiettivo di agevolare l’azione importante che il Governo italiano dovrà condurre in Unione Europea a favore della zootecnia. “Non perdiamo altro tempo - ha insistito Manzato - abbiamo ben operato e i nostri allevatori hanno dimostrato di volere e saper stare nei limiti imposti”.

Il Veneto sta facendo la sua parte - ha continuato Manzato - valutando la questione dell’inquinamento da azoto delle falde nel suo complesso, con l’avvio di monitoraggi e rilevazioni scientifiche che misurino il reale impatto prodotto da tutte le fonti coinvolte. Ma solo con una posizione coordinata e complessiva potremo essere forti nel ripartire la responsabilità in maniera obiettiva tra tutti i settori economici e civili, restituendo alle imprese agricole il giusto riconoscimento del loro impegno per la tutela dell’ambiente e dell’agroalimentare”.

 

Le richieste di Zaia

In precedenza il Governatore del Veneto, Luca Zaia aveva inviato ai ministri dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo e dell'Agricoltura, Saverio Romano, la richiesta di una “immediata ed esaustiva analisi relativa a tutte le reali fonti di inquinamento che influiscono sulla presenza di nitrati nel territorio della pianura padana, fonti che non possono essere considerate tutte e solo come di origine zootecnica". "Alla zootecnia, in base ad una direttiva europea - ha ricordato Zaia nella sua richiesta - viene attribuita ogni responsabilita' circa l'eventuale eccesso di presenza di nitrati sul territorio, tuttavia monitoraggi piu' recenti portano a ritenere come sproporzionato l'accollo, a carico delle sole imprese agricole degli oneri amministrativi e gestionali previsto nei programmi di azione vigenti nelle aree cosiddette vulnerabili.” Partendo da queste considerazioni Zaia ha chiesto il rinvio della riunione del Comitato nitrati previsto altrimenti per il prossimo 17 maggio.

 

Tutti d'accordo

L'intervento di Zaia ha raccolto il plauso di Coldiretti e sulla stessa lunghezza d'onda si è espressa Confagricoltura che ha ribadito la necessità di rivedere i criteri di una normativa scritta circa 20 anni fa. Anche Cia ha voluto ricordare che recenti studi hanno avvalorato l'ipotesi che la presenza dei nitrati non possa essere riconducibile esclusivamente alle pratiche agricole.