Sull'accordo sul pomodoro da industria siglato tra le organizzazioni dei produttori del nord Italia e le industrie di trasformazione, la Confagricoltura Emilia Romagna sottolinea che "ancora una volta la filiera non ha ritenuto necessario valorizzare adeguatamente la parte agricola". 

Secondo il presidente della Confagricoltura Emilia Romagna, Guglielmo Garagnani, "appare evidente che la possibilità di fare reddito per le aziende agricole sarà fortemente limitata e ancora condizionata dai molti fattori esterni alla produzione stessa". 

"L'organizzazione degli imprenditori agricoli dell'Emilia Romagna auspica che i produttori si avvantaggino almeno del fattore tempo ed in vista delle prossime semine, sulla base di questo accordo - aggiunge Garagnani - facciano le loro scelte imprenditoriali assumendosene poi il rischio fino in fondo, richiamando nel contempo le organizzazioni dei produttori a svolgere il loro ruolo fino in fondo programmando adeguatamente la produzione 2011".

Coldiretti Piacenza: 'L'accordo non è remunerativo per gli agricoltori'

"88 euro a tonnellata non è certo remunerativo per i nostri agricoltori".

Con queste parole il presidente della Coldiretti Piacenza Luigi Bisi commenta l'accordo sul prezzo del pomodoro di industria tra le organizzazioni dei produttori del nord Italia e le industrie di trasformazione dell'Aia. 

"Ci dispiace prendere atto che i produttori - prosegue il responsabile economico della Coldiretti Piacenza, Giovanni Morini - non solo dovranno coprire con mezzi propri le spese di coltivazione, senza pertanto avere una remunerazione adeguata che gli garantisca sufficienti margini di sicurezza, ma saranno costretti ad una notevole diminuzione di investimenti e quindi ad una riduzione delle superfici coltivate. E' importante sottolineare che stiamo parlando di una coltivazione molto 'costosa' e soggetta a numerose variabili. L'unica nota positiva, rispetto a questo accordo - osserva la Coldiretti Piacenza - è l'introduzione di riconoscimenti sulla qualità del prodotto".