L'appuntamento è di quelli importanti. E il tempo a disposizione è poco, anche se mancano più di due anni. Perché con il 2013 la politica agricola della comunità europea (Pac), non sarà più come la conosciamo oggi. Cambierà nella forma e nella sostanza e con l'occasione sono in molti a premere per ridurre la spesa dedicata all'agricoltura, che assorbe ancora oggi gran parte delle risorse economiche a disposizione della Ue. Un pericolo che il Commissario europeo Dacian Ciolos vuole scongiurare ricordando in ogni occasione il ruolo fondamentale dell'agricoltura nell'assicurare produzione di cibo di qualità e sicuro e per difendere nelle più diverse forme l'ambiente. Un ambiente che inesorabilmente andrebbe incontro al degrado se gli agricoltori fossero costretti all'abbandono. Decisivo allora è assicurare risorse economiche adeguate a continuare le attività agricole. Un teorema, questo sostenuto da Ciolos, ribadito anche in occasione del congresso degli agricoltori europei organizzato da Copa-Cogeca a Bruxelles il 5 e 6 ottobre. Aperto dagli interventi del presidente del Copa, Padraig Walshe, e dal presidente della Cogeca, Paolo Bruni, l'incontro ha avuto come obiettivo quello di ribadire le linee guida che dovranno orientare la riforma della Pac, anche in vista dell'appuntamento del 17 novembre, quando lo stesso Commissario Ciolos comunicherà al Parlamento europeo i progetti di questa riforma. Gli agricoltori europei riuniti del Copa Cogeca, in rappresentanza di 38mila cooperative che valorizzano il prodotto di ben 7 milioni di agricoltori, sono invece preoccupati che la Pac del futuro si traduca in una riduzione del sostegno alle attività agricole.
Due pilastri
Preoccupazioni solo in parte fugate dalle dichiarazioni di Ciolos, che si è detto intenzionato a mantenere un primo pilastro, quello degli aiuti diretti, forte e complementare al secondo pilastro. Quest'ultimo avrà obiettivi più flessibili, lasciando così spazi di manovra ai singoli Stati per modulare gli aiuti in base alle diverse realtà territoriali. A insistere per un maggior sostegno agli agricoltori è anche il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro. Sua è la convinzione, espressa anche in occasione dell'incontro del Copa-Cogeca, che “solo sostenendo i redditi degli agricoltori sarà possibile affrontare le sfide della sicurezza alimentare e assicurare la continuità del modello europeo, fatto di qualità, attenzione all’ambiente e al benessere animale.” “Evitando – ha aggiunto De Castro – che importanti risorse del secondo pilastro, vadano a finanziare cose diverse dall’agricoltura”
Agricoltura e ambiente
Tanta attenzione al binomio ambiente e agricoltura non è casuale. Come emerso anche in occasione del congresso del Copa Cogeca, la Commissione europea sembra intenzionata a trasferire le risorse della Pac dall’agricoltura all’ambiente. Ma il miglior modo per preservare l’ambiente, ha detto con vigore il presidente di Copa, Walshe, è quello di garantire un reddito equo per gli agricoltori. Un ruolo centrale sarà rappresentato dai sostegni che la Pac metterà a disposizione, ma non va trascurato il ruolo che in questa direzione può avere la ridistribuzione del valore lungo la catena produttiva, che nel recente passato ha visto sempre più penalizzata l’agricoltura a vantaggio degli altri protagonisti delle filiere agricole. “Si impongono importanti miglioramenti – ha detto il presidente della Cogeca Paolo Bruni – per superare il forte squilibrio di poteri nel contesto del quale le le cooperative devono far fronte all'enorme potere di acquisto di una manciata di supermercati.”
Il nodo distribuzione
Sulla distribuzione del valore nella filiera agroalimentare c'è da registrare la posizione della delegazione di Fedagri presente all’incontro del Copa Cogeca. La risposta, secondo Fedagri, può venire dalle “filiere di prossimità”, dove l’aggregazione dell’offerta e la gestione degli scambi commerciali tra produttori possono offrire alla parte agricola una posizione più forte nella fase di distribuzione. Un argomento quest’ultimo sul quale si discute da tempo senza trovare però soluzioni realmente efficaci ed è difficile immaginare che risposte più efficaci possano giungere dalla riforma della Pac. Semmai si corre il rischio di una moltiplicazione di norme e disposizioni che non farebbero altro che aumentare la confusione.
Primo, semplificare
Sulla necessità di semplificazione è intervenuto il Commissario Ciolos che in conclusione del lavori del Copa Cogeca ha auspicato che nella riforma della Pac si possa evitare una ”accozzaglia” di norme che facciano perdere di vista gli obiettivi ai quali si tende. E’ invece importante che tutti i cittadini della Ue possano aver chiara la “missione” della Pac, e sapere che il sostegno economico dato all’agricoltura è un investimento che offre molti vantaggi in termini di sicurezza e qualità dei prodotti alimentari. Senza dimenticare il ruolo delle attività agricole nella conservazione dell’ambiente e dunque nel migliorare la qualità della vita.