'Lo vediamo soprattutto dai dati dell'export: l'ortofrutta italiana ha ripreso a crescere.' E' Paolo Bruni ad aprire l'incontro 'Tutti i numeri dell'ortofrutta', organizzato dal Cso, Centro Servizi Ortofrutticoli, insieme alla Regione Emilia-Romagna per presentare bilancio e prospettive del comparto.
'Si è rinnovata la capacità competitiva delle nostre imprese; il Cso, insieme alle istituzioni, ha contribuito, svolgendo un ruolo importante nell'abbattimento delle barriere fitosanitarie, nell'assistenza logistica, nella predisposizione di statistiche e proiezioni, nella valorizzazione delle produzioni. Si pensi ad esempio ai Consorzi di tutela delle Igp ed al progetto Mr. Fruitness'
Il presidente del Cso ha poi sottolineato come sia necessario volgere lo sguardo al futuro: 'con i dati in nostro possesso, possiamo indicare che entro il 2010 gli investimenti produttivi avranno un calo fisiologico che comunque non sarà drammatico, in particolare pesche e nettarine. Alcuni settori invece (in particolare quello delle mele di pianura continueranno a registrare forti sviluppi. Anche per la pera Abate continueranno investimenti.' Ma il vero 'miracolo italiano' dell'ortofrutta è il Kiwi. La produzione italiana, in costante crescita, ha recentemente superato le 500.000 tonnellate, rappresentando così il 70% circa della produzione dell’Emisfero Nord. Il positivo trend degli investimenti a kiwi in Italia ha condotto ad una consistenza degli impianti di 26.700 ha nel 2007.
L'assessore all'agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni, ha poi evidenziato quali siano gli aspetti cruciali per uno sviluppo stabile del comparto. In primis, la qualità, garantita anche dal processo di ristrutturazione dei frutteti e abbinata all'attenzione alla sicurezza alimentare, 'un aspetto che il consumatore internazionale apprezza particolarmente'. Il secondo elemento consiste in un'attenzione particolare ai costi e quindi anche alla riduzione degli input di mezzi tecnici, grazie ad esempio alla produzione integrata ed all'avvio di collaborazioni da sviluppare fra le imprese agricole, sia nella logistica, sia nella gestione associata degli investimenti. E' importante inoltre un corretto governo dell'offerta: 'Significa ampliare le sinergie commerciali, ma soprattutto cogliere a pieno le opportunità della nuova Ocm che ha introdotto dall'anno scorso degli strumenti di gestione delle crisi.' Infine, non deve arrestarsi il processo di internazionalizzazione, anche nell'ottica dello 'scenario 2010', quando sarà implementata l'area di libero scambio del mediterraneo.
"Un quadro complessivamente positivo per l'ortofrutta italiana - ha dichiarato infine Renzo Piraccini, Consigliere Delegato del Cso, commentando i dati - soprattutto sul fronte delle esportazioni che sono generalmente in aumento. L'ampliamento dei mercati di sbocco - ha continuato Piraccini - offre spazi sempre maggiori alle nostre produzioni anche se sull'oltremare il super euro ci ha un po' frenato rispetto allo scorso anno; ma la tendenza rimane comunque buona".

I risultati dello studio 'Tutti i numeri dell'ortofrutta'Export ortofrutta - esclusi agrumi - 2007
In totale, da gennaio a ottobre 2007 l'Italia ha esportato ben 3.037.410 tonnellate di frutta e verdura nel mondo. Un 8% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e comunque un segnale di ripresa complessiva per il comparto. (Nel grafico, le  destinazioni dell'export di frutta fresca, escluso agrumi - media 2004-2006. Elaborazioni Cso su dati Istat).
I dati in valore sono ancora più eclatanti se si considera che i 2,5 miliardi di euro dell'esportazione 2007 corrispondono ad un + 12% rispetto al 2006.
Si ampliano anche i mercati di sbocco dell'export italiano a riprova di un adeguamento del nostro sistema produttivo organizzato alla domanda globale.
A livello di produzione l'Italia si conferma paese leader in Europa per molte specie con una offerta complessiva pari a 30,4 milioni di tonnellate di frutta e verdura ed una PLV (Produzione Lorda Vendibile) pari a 11,4 miliardi di euro nel 2006 corrispondenti al 29% della PLV agricola .
Lo studio, presentato dal Cso, analizza nello specifico le specie frutticole più importanti a livello nazionale e, con apposite elaborazioni sui dati catastali delle imprese associate in Emilia Romagna, riesce ad ottenere anche proiezioni alla primavera 2010 sull'assetto produttivo e varietale.
L'analisi per singole specie evidenzia una situazione di sostanziale stabilità produttiva per le mele in Italia con un calo dell'offerta di varietà tradizionali e un incremento importante, soprattutto in Emilia Romagna, degli investimenti di varietà come la Fuji per la quale è previsto un aumento di oltre l'80% della potenzialità produttiva nel prossimo triennio. Per le mele si rileva come, a fronte di consumi sostanzialmente stabili negli ultimi tre anni, l'export appare in crescita e comunque svincolato dall'offerta.
La situazione di pesche e nettarine evidenzia una maggiore competizione sui mercati internazionali dovuta ad un ristagno dei consumi in Europa a fronte di una accresciuta offerta di prodotto. L'export di pesche e nettarine appare perciò fortemente vincolato all'andamento produttivo dell'annata. Le maggiori tensioni di mercato con ripercussioni sui prezzi alla produzione si evidenziano nella prima parte della campagna di commercializzazione, in particolare da metà giugno a metà luglio. In Emilia Romagna dal 2000 al 2006 la superficie investita a pesco è calata del 17%. Attualmente gli ettari a pesco ammontano in Regione a circa 8.000 mentre per le nettarine la superficie investita è pari a 15.000 ettari. Nel prossimo triennio è prevista una riduzione di investimenti del 7% sia di pesche che di nettarine.
Per le pere l'Italia conferma la posizione di leader produttivo europeo con l'offerta concentrata per il 65% in Emilia Romagna. Dal 2000 al 2007 la superficie investita in Emilia Romagna è calata del 10%. Nei prossimi anni sono previsti incrementi di investimenti solo per la varietà Abate Fetel, in crescita del 5% nel 2010.
Ottime le prospettive per il kiwi di cui l'Italia è il primo produttore mondiale con un livello dell'offerta in continua crescita. Il 70% dell'offerta è destinato all'export e l'andamento delle spedizioni risulta fortemente correlato alla produzione dell'annata. I consumi interni di questo prodotto sono in crescita a differenza delle precedenti specie frutticole. Le superfici in Emilia Romagna sono previste,da qui al 2010, in lieve aumento (+2%).