Con gli ultimi episodi registrati a Inverno e Monteleone, in provincia di Pavia, sale a oltre 13mila il numero di animali in allevamento colpiti dal virus della peste suina africana (Psa).

A guidare questa poco invidiabile classifica è proprio la provincia di Pavia che da sola conta 12.924 suini positivi alla Psa.

Assai inferiore il numero di infezioni nei cinghiali, che si ferma a soli 242.

In tutta Italia si contano nei cinghiali 2.455 casi, ma i numeri reali sono certamente superiori, data la difficoltà di monitorare questi selvatici.

 

Troppi cinghiali

Si ripropone ancora una volta il tema della riduzione del numero di cinghiali, principale veicolo di diffusione del virus.

Molti gli appelli da parte di tutta la filiera delle carni suine nell'accelerare i tempi per evitare il tracollo di tutto il comparto delle carni suine e dei prodotti trasformati.

 

A ogni nuovo focolaio aumenta il rischio che si allunghi a dismisura l'elenco dei Paesi che hanno chiuso le loro frontiere ai prodotti italiani.

Danni che si aggiungono a quelli già subiti dai produttori per i vincoli alla movimentazione degli animali nelle aree sottoposte a restrizione.

Senza dimenticare il costo enorme degli indispensabili abbattimenti dei suini colpiti, che ha superato quota 40mila capi.

E ancora, lamentano i produttori, non si sono visti i rimborsi per i danni diretti e indiretti.

 

Più biosicurezza

Nel prendere in mano le redini della struttura commissariale predisposta per fronteggiare l'emergenza sanitaria, il neo commissario Giovanni Filippini (si veda in proposito AgroNotizie®) ha illustrato i punti chiave delle strategie di contrasto al virus.

Nel mirino di Filippini non ci sono solo i cinghiali, ma anche le indispensabili misure di biosicurezza necessarie in ogni allevamento e in particolare in quelli più esposti al contagio.

 

Misure indispensabili

Ecco alcune delle principali regole da seguire. In ogni allevamento va utilizzato vestiario monouso (tuta, soprascarpe, guanti e copricapo) che dovrà essere correttamente smaltito dopo l'utilizzo.

 

Per i veicoli destinati al trasporto di merci e materiali destinati all'allevamento, va prevista una adeguata disinfezione.

È stato inoltre disposto che chiunque si rechi in un allevamento provveda a tenere nota degli allevamenti visitati, dettagliando codice aziendale, data e motivo della visita.

Inutile ricordare che tali visite devono essere limitate allo stretto indispensabile.

 

Non solo i cinghiali

I casi registrati a Pavia, dove la presenza di cinghiali non è fra le più elevate, dimostrano che anche le persone possono essere un inconsapevole vettore del virus.

I primi casi di Psa in Liguria nel 2022, riconoscono questa origine, con l'arrivo al porto di Genova di qualche alimento contaminato, disperso impropriamente nell'ambiente e da lì ai cinghiali che se ne sono cibati.

Ipotesi che troverebbe conferma, come anticipato da AgroNotizie®, nei successivi casi a grande distanza, come quelli in Calabria e in Campania.

 

Attenti alle conseguenze

Il rispetto delle misure di biosicurezza negli allevamenti è dunque fondamentale e la mancata osservanza di tali norme potrebbe comportare per l'allevatore la perdita degli indennizzi e nei casi più gravi anche conseguenze di carattere penale.

Agli allevatori si chiede dunque un enorme sforzo organizzativo ed economico, ma al contempo si cerca di evitare eccessive penalizzazioni per chi si ritrova suo malgrado compreso nelle aree soggette a restrizioni.

 

Così, pur nel rispetto delle norme comunitarie, nelle zone di sorveglianza e protezione sarà possibile la movimentazione di animali, previa autorizzazione.

Va precisato che il flusso potrà essere solo fra aree con uguale livello di restrizioni o verso un livello di rischio più elevato.

 

Prepararsi al peggio

Si sta facendo molto, forse non abbastanza e si è perso tempo prezioso nell'inseguire ipotesi di improbabili recinzioni e nel proporre timide battute di caccia al cinghiale, nel timore di urtare la sensibilità di animalisti poco consapevoli della partita in gioco.

 

Ora uscire dall'emergenza richiederà sforzi enormi, costi giganteschi e tempo, molto tempo.

Intanto prepariamoci a vedere allungarsi questo "bollettino" di guerra alla Psa, sotto i cui colpi cadranno probabilmente altri allevamenti di suini.