L'Unione Europea ha reintrodotto i dazi sulle importazioni del miele dall'Ucraina, che erano stati azzerati dal 2016 in base ad un accordo commerciale realizzato per favorire gli scambi commerciali e avvicinare Kiev a Bruxelles.

 

L'accordo però dal 2024 prevede che i dazi vengano rimessi automaticamente in caso i volumi di importazione superino una quota stabilita prodotto per prodotto, quota che è stata fissata sulle importazioni medie registrate dal 1 luglio al 31 dicembre del triennio 2021-2023.

 

Una procedura che nel gergo dell'accordo è chiamata "freno d'emergenza" e che serve a non far invadere il mercato comunitario dai prodotti ucraini.

 

E nel caso del miele questo limite è fissato a 44.417,56 tonnellate all'anno. Quantitativo che è stato superato ora nel mese di agosto.

 

Così dal 21 agosto al 5 giugno 2025 saranno riapplicate le maggiorazioni doganali previste da prima del 2016.

 

Poi, come previsto dal Regolamento Ue 1392/2024, quello che ha introdotto il freno di emergenza, dal 1 gennaio al 5 giugno 2025 la quota di miele che potrà essere importato liberamente sarà pari ai 5/12 della quota superata quest'anno, che per il miele è quindi di 18.507,32 tonnellate oltrepassata la quale verranno riattivati automaticamente i dazi pre 2016 per tutto l'anno in corso.

 

Non si tratta quindi di una decisione politica presa in questi giorni da Bruxelles a favore dei sui apicoltori, né di una revisione del sistema di aiuti a sostegno dell'Ucraina in guerra, ma di una misura automatica prevista in seno agli accordi commerciali tra le due parti.

 

Il freno di emergenza era già scattato altre volte per altri prodotti agricoli, come uova e zucchero. E ora è la volta del miele.

 

Come ricorda la Commissione Europea, le importazione di miele dall'Ucraina sono state pressoché stabili negli ultimi 5 anni, con un volume di vendite di circa 49mila tonnellate l'anno.

 

È possibile quindi che anche quest'anno alla fine le importazioni totali non superino le medie degli anni scorsi, ma il fatto che già ad agosto siano state acquistate quasi 44,5mila tonnellate di miele dall'Ucraina è forse un indice del crollo produttivo che sta interessando paesi centrali per la produzione di miele comunitario, come Italia e Spagna.