I prezzi dell'agnello sardo volano a livelli record a ridosso della Pasqua - periodo tradizionalmente vocato per questa carne - superando i 5 euro al chilogrammo e si portano decisamente al di sopra quelli degli altri analoghi prodotti italiani, mentre il paese è raggiunto dal prodotto estero, che sarà il 55% del totale immesso nel mercato. Lo annuncia il Consorzio di tutela dell'agnello di Sardegna Igp.
 

Gli ultimi prezzi a peso vivo

Le quotazioni degli agnelli sardi, nonostante la grave crisi economica e la chiusura dei canali Horeca, hanno superato abbondantemente i 5 euro/kg (pagato al pastore a peso vivo) già a partire dalla seconda settimana di marzo. Ma anche nei mesi di gennaio e febbraio, quando tradizionalmente il prezzo crolla, la media si è tenuta sui 3,4 euro/Kg.

Nell'ultima settimana (dal 19 al 26 marzo) i prezzi dell'agnello sardo Igp pagati all'allevatore oscillano in media fra i 4,70-5,30 euro/chilogrammo, valori tra i più alti, toccati solo nel pre Covid (2019) e si collocano al vertice in Italia superando le quotazioni degli agnelli da latte delle regioni Lazio e Toscana (principali competitor dell'agnello sardo) che si attestano invece (il 25 marzo), secondo le elaborazioni Contas su rilevazioni Ismea tra i 3 e i 3,05 euro/chilogrammo (peso vivo).
 

Contas, diversificare i tagli per destagionalizzare le vendite

"La programmazione messa in campo negli ultimi anni come consorzio sta cominciando a portare i primi frutti - afferma il presidente del Contas, Battista Cualbu -. Abbiamo lavorato e stiamo lavorando sull'allargamento del mercato e contemporaneamente su un prodotto che conservando le stesse caratteristiche abbia una shelflife più lunga. Stiamo proponendo sul mercato con i trasformatori, anche nuovi e più piccoli tagli che da una parte valorizzino tutta la carcassa e dall'altra rispondano alle nuove esigenze del mercato".

Il presidente del Contas, rispetto all'azione di diversificazione sui tagli del prodotto tutelato, inoltre sottolinea: "Questa ci consente anche, insieme ad altri progetti che abbiamo in cantiere, di destagionalizzare la presenza dell'agnello sul mercato che per tradizione si concentra in inverno e inizio primavera. Inoltre, grazie anche all'ultimo accordo che abbiamo sottoscritto nelle scorse settimane con la Gdo, adesso il marchio dell'agnello di Sardegna Igp è presente sul 90% delle più importanti insegne nazionali".
 

Il mercato della Pasqua

Il mercato pasquale rappresenta circa il 20% delle vendite annuali dell'agnello di Sardegna Igp. Vengono macellati in questo periodo 130mila capi che rappresentano il 50% del totale delle carni di agnello made in Italy (relativamente al periodo pasquale), che arriva al 60% con i 35mila sardi non marchiati Igp. Relativamente alle Igp (in Italia oltre all'agnello di Sardegna ci sono anche l'abbacchio romano Igp e l'agnello del Centro-Italia Igp), nell'intera annata, quello sardo rappresenta l'80% del prodotto certificato con 755mila capi, contro i 60mila dell'agnello del Centro-Italia Igp e i 100mila dell'Abbacchio romano Igp.
 

L'Italia importa agnelli

Per Pasqua in Italia vengono venduti circa 550mila agnelli, il 55% dei quali è di origine estera con provenienza romena, ungherese, spagnola, greca e slovacca. In Umbria e Lazio il 60% delle macellazioni di agnelli, nelle tre settimane che precedono la Pasqua, è di origine estera. Da qui vengono distribuiti in tutta Italia con prezzi molto concorrenziali (anche di -40%) rispetto al prodotto made in Italy.