Solo i prezzi all’origine dei vitelli stanno guadagnando qualche posizione, riavvicinandosi alle quotazioni dei 12 mesi precedenti, dai quali sono ancora distanti del 2,4%.
Per tutte le altre tipologie di bovini da carne i prezzi sono invece in flessione, in particolare per i maschi delle razze da latte, che scontano prezzi di oltre il 20% inferiori a quelli del dicembre 2019.
Questo il quadro che emerge dalle rilevazioni della Commissione europea nell’ultima settimana del 2020, che mostra tuttavia una risalita dei prezzi delle carni bovine macellate in tutte le categorie prese in esame.
 


Meno bovini nella Ue…

Fra le motivazioni alla base della leggera ripresa dei prezzi delle carni macellate c’è il progressivo calo della produzione comunitaria, che anche nel periodo fra gennaio e settembre ha segnato un meno 2,6%.
Si è così confermato il trend che già si era manifestato nei mesi precedenti.
Da mettere in evidenza la flessione della produzione in Italia che con il suo meno 15,8% supera di larga misura la media europea.
 


… e in Italia

In Italia il mercato della carne bovina non si discosta dall’andamento europeo, ma in questo caso nemmeno per i vitelli si registra qualche spunto di ripresa.
Le rilevazioni di Ismea sul mercato interno indicano che in dicembre i prezzi all’origine dei vitelli sono scesi in media a 3,48 euro per kg di peso vivo, inferiori di quasi l’11% rispetto al dicembre 2019.
Meno pesante la situazione per i vitelloni, il cui prezzo si mantiene stabile rispetto a novembre e con uno spread negativo del 2,3% rispetto ai 12 mesi precedenti.
 

Prezzo medio mensile all’origine dei vitelloni
(Fonte: ©Ismea)


Precipita il prezzo dei suini

Sempre molto pesante la situazione di mercato per i suini.
La media europea continua a segnare ribassi e anche in dicembre si registra una flessione. Sebbene modesta (-0,3% su base settimanale), contribuisce ad allontanare i prezzi attuali da quelli che si registravano 12 mesi fa, di oltre il 32% più elevati.
In controtendenza il dato relativo ai suinetti, che tuttavia non modifica il quadro di insieme, che conferma il permanere del settore in una profonda crisi che ancora non mostra segnali di svolta.
La produzione europea si mantiene infatti stabile (-0,4% nel periodo gennaio settembre), mentre alcuni paesi grandi produttori continuano a registrare aumenti.
E’ il caso della Spagna (20% del totale Ue), che nei primi nove mesi del 2020 ha segnato un aumento del 5,2% delle macellazioni.
 
 

Suinicoltura italiana nel baratro

Nemmeno la suinicoltura italiana sfugge a questa difficile congiuntura del settore.
Le rilevazioni Ismea per il mese di dicembre indicano prezzi vistosamente in calo su tutti i mercati all’origine e per tutte le tipologie di animali, scrofe, suini d’allevamento e suini da macello.
Per questi ultimi il prezzo di dicembre è crollato di quasi il 12% rispetto a novembre.
I prezzi del dicembre 2019, di oltre il 35% più elevati rispetto a oggi, restano sempre più irraggiungibili. Una situazione che sta mettendo a dura prova la resistenza del settore, con gli allevamenti che producono in pesante perdita.
 

Prezzo medio mensile all’origine dei suini da macello
(Fonte: ©Ismea)


Bene gli avicoli nella Ue

Unico mercato delle carni che può vantare una sostanziale stabilità è quello avicolo, dove il prezzo medio dei broiler rilevato dalla Commissione europea si colloca a 181,51 euro al quintale (peso morto), con una variazione positiva (+2,7%) sul mese precedente, ma comunque insufficiente a coprire il gap con il prezzo del dicembre 2019, più alto del 2,9%.
Una stabilità che prende le mosse dalla “maturità” di questo settore, che può vantare una migliore organizzazione della produzione, che in gran parte fa riferimento ai modelli di integrazione verticale.
Da oltre dieci anni la produzione si mantiene sostanzialmente immutata e di poco superiore alla domanda interna (109% nel 2010 e 108% nel 2020).
L’eccesso di offerta è poi assorbito dall’export, in costante crescita negli ultimi anni.
 
 

Vola l’avicoltura italiana

Situazione positiva per il mercato avicolo italiano, che continua a registrare spunti al rialzo, che consentono ai prezzi di superare quelli dello scorso anno.
Le rilevazioni di Ismea indicano un prezzo medio in dicembre di 1,12 euro al chilo per i polli, con aumenti di oltre il 32% rispetto all’anno precedente.
Bene anche il mercato delle galline che sebbene stiano cedendo qualche posizione nelle ultime settimane, mantengono i prezzi al di sopra di quelli del 2019 (+4,6%).
 

Prezzo medio mensile all’origine di alcune tipologie avicole
(Fonte: ©Ismea)

Compito difficile quello delle previsioni di mercato.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri della carne" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.