Le oltre 3,65 milioni di forme prodotte nel 2017 rappresentano il livello più elevato nella storia del consorzio. Un giro d'affari al consumo pari a 2,2 miliardi di euro per la denominazione di origine protetta che si proietta sempre più verso l'estero: una valvola di sfogo per una produzione in continua espansione che ha bisogno di nuovi spazi di mercato.
E' quanto emerso dalla presentazione dei dati economici del comparto Parmigiano Reggiano che si è tenuta a Milano lo scorso 23 aprile, alla quale hanno partecipato il presidente del Consorzio Nicola Bertinelli, il vicepresidente Guglielmo Garagnani e il vice ministro alle Politiche agricole alimentari e forestali Andrea Olivero.
L'Italia rappresenta il 62% del mercato, contro una quota export del 38% (+3,9% rispetto all'anno precedente).
La Francia è il primo mercato (9.800 tonnellate), seguita da Germania (9.460 tonnellate), Stati Uniti (9.075 tonnellate), Regno Unito (6.163 tonnellate) e Canada (2.380 tonnellate).
Se Francia, Germania, Canada e Regno Unito corrono (rispettivamente +11,3% , + 3,2% , +8,1%, +6,6%), gli Stati Uniti frenano (-9,3%) a causa del rapporto euro/dollaro e della concorrenza dei prodotti similari.
Al contrario, cresce il Canada che, grazie agli accordi Ceta, conferma le previste opportunità di sviluppo.
La conferenza è stata l'occasione per presentare una fotografia del comparto, ma anche per interrogarsi sulle azioni che il Consorzio intraprenderà per guidarne la crescita.
La sfida è quella di collocare il prodotto sul mercato a un prezzo remunerativo. Per sviluppare la domanda in Italia e all'estero, il Bilancio preventivo del Consorzio ha previsto un investimento in comunicazione pari a 20 milioni di euro (12 in Italia e 8 all'estero): 7 milioni in più rispetto all'anno precedente.
La strategia del Consorzio
La strategia del Consorzio si basa su quattro pilastri: distintività di prodotto, incremento dell'export, lotta alla contraffazione e sviluppo delle vendite dirette dei caseifici.Il primo riguarda la distintività di prodotto.
"Per aumentare le vendite, abbiamo messo in campo azioni di riposizionamento della marca - afferma Bertinelli, presidente del Consorzio - rafforzando la comunicazione con l'obiettivo di far percepire al consumatore i plus che rendono il Parmigiano Reggiano Dop un formaggio unico al mondo".
Il secondo pilastro è quello dell'export.
Il Consorzio ha incrementato gli investimenti all'estero sia in ambito marketing che relazioni pubbliche, creando un network di uffici stampa presenti nei principali mercati di riferimento.
L'export rappresenta una delle leve principali per sostenere l'incremento di produzione; il Consorzio si pone l'ambizioso obiettivo di crescere di 2/3 punti percentuali l'anno e di arrivare nel 2021 a quota 1,6 milioni di forme esportate.
Il terzo è la lotta alla contraffazione che si traduce concretamente in una maggiore trasparenza che va a vantaggio del consumatore.
Dal 2017, il Consorzio ha potenziato i programmi di sorveglianza delle ditte di grattugia e dei laboratori di porzionatura (ora al 100%) così da garantire al consumatore l'autenticità del prodotto.
Quarto ed ultimo, il Consorzio sostiene e promuove le vendite dirette.
I caseifici devono avere sempre più accesso al mercato senza mediazioni. L'obiettivo è quello di aumentare la quota di vendita diretta fino a raggiungere un terzo della produzione complessiva.
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Fonte: Consorzio Parmigiano Reggiano - Consorzio del Prosciutto di Parma