Il ministro per le Politiche agricole (Maurizio Martina) era atteso, ma non è venuto. In compenso c'erano gli allevatori con le loro proposte e le loro richieste e c'era fra gli altri l'assessore all'Agricoltura dell'Emilia Romagna, Simona Caselli.

L'appuntamento era a Fico, il grande parco agroalimentare di Bologna, l'occasione quella della ricorrenza di Sant'Antonio Abate, protettore degli animali, e la benedizione degli animali (anche quelli del parco bolognese).
 

Alimentazione, meglio se equilibrata

Tema il futuro degli allevamenti. A fare gli onori di casa Andrea Segrè, che molti hanno imparato a conoscere come presidente della fondazione Fico, oltre che docente all'Ateneo bolognese.

Suo l'appello a considerare l'alimentazione senza estremismi, ricordando il valore, riconosciuto anche dall'Unesco, della dieta mediterranea, dove trovano posto in opportune proporzioni prodotti vegetali e animali.

Si parte da qui per confermare che un futuro per gli allevamenti c'è e ad essi è legata la salute dell'uomo grazie ad una alimentazione equilibrata, che allontani il pericolo di carenze.
 

Allevamenti, quale futuro?

Ma come sarà questo futuro, roseo o a tinte fosche, dipende dagli stessi allevatori.
Accorato l'appello a questo proposito di un giovane allevatore che nel prendere la parola ha sottolineato l'importanza dell'unità.

Insieme si può fare massa critica, influenzare le scelte politiche, pesare sulle strategie di mercato, far conoscere il valore degli allevamenti al consumatore. Nulla di tutto ciò è possibile se si è divisi.
 

La qualità va pagata

C'è un altro pericolo all'orizzonte. Troppo sovente sul cibo le politiche commerciali puntano sul ribasso dei prezzi.
Al contempo si pretende più qualità, più benessere per gli animali, più attenzione per l'ambiente. Tutte cose che costano e molto.

Questa impostazione sta svilendo il lavoro dei campi e toglie valore soprattutto alle produzioni italiane che in tema di qualità hanno pochi rivali.

Certo, qualità, ambiente, welfare animale sono irrinunciabili, ma vanno pagati per quello che valgono.

E'così che si garantisce un futuro agli allevamenti e all'agricoltura.
Questo, in conclusione, l'appello dell'assessore Caselli. A dir poco condivisibile.