Alla fine il Tar dell'Emilia Romagna ha dato ragione agli allevatori, annullando le multe che Agea aveva comminato a cinque aziende agricole responsabili di aver prodotto più latte rispetto al dovuto. Il contendere risale alla campagna produttiva che si è chiusa nel marzo dello scorso anno, quando ancora il regime delle quote era in vigore. In Italia si era prodotto più latte del consentito per oltre 115 mila tonnellate, che avevano fatto scattare una multa per circa 30 milioni di euro. Ma a questa cifra si erano aggiunti altri oneri, in particolare per il finanziamento del "Fondo Latte" che da solo pretende dagli allevatori più di 70 milioni di euro, come già AgroNotizie aveva anticipato in febbraio.

La sentenza
Troppo per le tasche ormai vuote delle stalle italiane, tanto che un gruppo di allevatori decise di chiedere il parere del Tar che si espresse allora per una sospensiva. E oggi, in tempi sorprendentemente rapidi, ecco arrivare il 7 giugno la sentenza che annulla il superprelievo alle stalle che hanno firmato il ricorso. I giudici hanno puntato il dito sui criteri adottati per determinare l'entità delle multe e sulla quota da destinare al “Fondo Latte”.
Ad anticipare la decisione dei giudici è la regione Lombardia e in particolare l'assessore regionale all'Agricoltura, Gianni Fava, che non lesina critiche all'operato del ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, e alla stessa Agea.

Le critiche
Al ministro viene rimproverato fra l'altro la mancata adesione alle proposte avanzate nel 2014 dai paesi del Nord Europa, favorevoli ad un aumento del tenore in materia grassa, cosa che avrebbe ridotto l'entità delle multe. Cosa che avrebbe però favorito, lo ricordiamo, un aumento complessivo della produzione europea di latte, con conseguenze sui mercati ancor più pesanti di quelle che oggi si stanno vivendo.

Le colpe del “Fondo Latte”
Non sfugge alla critiche dell'assessore Fava il “Fondo latte”, che ha portato a triplicare l'entità delle multe a carico degli allevatori. Che debbano essere gli stessi allevatori, per quanto “colpevoli” di esuberi produttivi, a sostenere il maggior onere delle azioni a sostegno della categoria appare discutibile e parrebbero esistere in questa norma profili di illegittimità, in contrasto con i regolamenti comunitari.

Tira e molla
La decisione del Tar di Parma apre la via ad ulteriori ricorsi da parte di altri allevatori, ma da Agea potrebbero giungere nuovi provvedimenti che superando le criticità evidenziate dal Tribunale amministrativo rimetterebbero in moto il meccanismo delle multe. Un tira e molla al quale sarebbe opportuno mettere la parola fine.