Mozzarella di Bufala Campana Dop, le modifiche al disciplinare di produzione devono attendere, perché occorre avere prima i dati certi della tracciabilità della filiera bufalina italiana, avviata dal Governo con il Decreto Competitività.

E’ questo, in estrema sintesi, il giudizio per molti versi comune formulato oggi dai presidenti di Coldiretti Campania e Confagricoltura Campania ed in linea con i primi due paletti posti ieri da Corrado Martinangelo, della segreteria del ministro per le politiche agricole, Maurizio Martina.

Per i vertici delle due più rappresentative organizzazioni agricole del mondo bufalino campano quella dell’accordo tra Consorzio di Tutela e Regione Campania è una fuga in avanti rispetto ai tempi previsti dallo stesso decreto attuativo della tracciabilità: dati certi e definitivi non ce ne sono ancora.

Inoltre, il fatto di aver inserito come clausola dell’accordo una vicenda non attinente al disciplinare di produzione, quella che prevede contratti triennali tra allevatori e trasformatori, ha fatto sobbalzare sulla sedia i presidenti di Confagricoltura e Coldiretti.

Michele Pannullo, presidente di Confagricoltura Campania, è al timone dell’organizzazione agricola più forte in termini di lavoratori dipendenti da aziende bufaline. E ad AgroNotizie dice: "E’ una questione di metodo, come si può inserire in un accordo sul disciplinare di produzione una clausola sulla quale né Regione Campania né Consorzio di tutela hanno alcuna potestà decisionale? La verità – aggiunge Pannullo - è che siamo di fronte al tentativo di imporre le modifiche al disciplinare promettendo qualcosa in cambio di cui non si è padroni.”

Pannullo sottolinea: ”Il prezzo del latte e i contratti agli allevatori si difendono oggi innanzitutto con quella che ormai è legge dello stato:  la rintracciabilità del latte nel settore bufalino italiano, all’interno del quale c’è la preziosa filiera della Mozzarella di bufala Campana Dop: senza conoscere bene i dati di tutta la filiera, come si fa ad affermare che c’è latte in eccesso e quando? E come si fa a formulare ipotesi sul congelamento del latte?“

Sul latte congelato da utilizzare nella mozzarella di bufala Dop Confagricoltura è sempre stata contraria, ma Pannullo non entra neppure in argomento: ”Ha un senso parlare di modifiche ad un disciplinare di produzione con in mano i dati di una rintracciabilità a regime e per almeno un intero anno solare, per oggi siamo fermi al 70% di adesioni, pertanto qualsiasi considerazione è prematura, anche perché il regime dei controlli e delle sanzioni deve andare ancora a regime”.

Confagricoltura si è sempre battuta per la rintracciabilità del latte di bufala e oggi sul prezzo del latte Pannullo dice: ”Nell’autonomia delle parti, i contratti si faranno e agli allevatori sarà riconosciuto il giusto prezzo, ne sono certo, ma questo sarà il risultato finale di un processo che oggi è ancora in corso”.

Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente regionale dell’organizzazione in Campania, dove conta il maggior numero di partite iva iscritte tra gli allevatori di bufale, dice: ”Parlo a nome di un’organizzazione che è abituata a prendere decisioni nella sua collegialità, e personalmente sono favorevole a soluzioni che vadano nella direzione della chiarezza e della trasparenza, pertanto credo che quando avremo i dati certi e completi della rintracciabilità della filiera bufalina, quando il sistema dei controlli e delle sanzioni sarà a regime, come previsto dal decreto attuativo, solo allora Coldiretti potrà aprire un confronto interno sereno, perché fondato su elementi di fatto incontrovertibili, su quelle che sono le eventuali soluzioni da adottare”.

Masiello infine invita alla prudenza:”Stiamo parlando della più importante Dop del Mezzogiorno d’Italia, credo che sia il momento pertanto di smorzare i toni e attendere l'ora più opportuna per fare delle scelte sulle proposte del Consorzio, rispetto alle quali non abbiamo posizioni preconcette, ma crediamo di doverle valutare con elementi di fatto completi e nell’interesse degli allevatori”.

Sulla clausola contratti triennali Masiello invece afferma: ”Ho sempre personalmente sostenuto che i contratti di fornitura di latte, in particolare di quello bufalino, debbano essere pluriennali, ma questa è una vicenda che è sganciata dal disciplinare e che va decisa tra le parti interessate: organizzazioni agricole e organizzazioni dei trasformatori".