Si apre con molte incognite il 2015 per gli allevatori di bovine da latte. In Lombardia, Regione dove si concentra quasi la metà del latte italiano, industrie e produttori si sono confrontati per sei lunghi mesi nel tentativo di raggiungere un compromesso sul prezzo. Ma ogni sforzo per il momento è risultato vano. Compresa la mediazione tentata dal ministero per le Politiche agricole sul finire dello scorso anno, che non ha prodotto risultati. Gli allevatori sono fermi nella loro richiesta di non scendere sotto i 40 centesimi al litro, richiesta che le industrie, Italatte in prima fila, non sono disposte ad accettare. E ora si ricomincia, ma l'andamento del mercato del latte non sembra favorire gli allevatori. Un'occhiata alla evoluzione dei prezzi nei Paesi della Ue sembra confermarlo.

I prezzi nella Ue
Ai due estremi, con il prezzo più alto e quello più basso, troviamo rispettivamente Cipro e Lettonia. Il primo ha lasciato il 2014 con prezzi di oltre 57 centesimi al litro. In calo, ma di poco, appena il 2% in meno, rispetto al 2013. All'altro capo, con il prezzo più basso, troviamo la Lettonia, ferma in novembre 2014 ad appena 24,20 centesimi al litro. Un vero e proprio tracollo rispetto all'anno precedente, quando il prezzo veleggiava ben oltre i 36 centesimi. Non è andata meglio per gli allevatori della Lituania, che rispetto ad un anno fa hanno perso il 33%. Per entrambi i casi siamo di fronte ad una situazione limite, dove pesano gli effetti dell'embargo russo e gli aiuti che Bruxelles ha deciso di elargire agli allevatori dei Paesi balcanici.

Il prezzo del latte nei 28 Paesi Ue (euro per q.le)
  Ottobre 2013 Ottobre 2014 Differenza %
Austria 40,35 37,63 -7
Belgio 40,76 32,28 -21
Bulgaria 35,05 33,45 -5
Cipro 58,39 57,02 -2
Croazia 36,49 34,62 -12
Danimarca 42,50 36,00 -15
Estonia 34,60 25,54 -26
Finlandia 49,50 44,16 -11
Francia 36,60 36,82 1
Germania 41,74 35,14 -16
Grecia 44,90 41,22 -8
Irlanda 44,77 36,90 -18
Italia 39,92 36,77 -8
Lettonia 32,57 23,33 -28
Lituania 36,45 24,37 -33
Lussemburgo 40,08 34,56 -14
Malta 51,24 47,61 -7
Olanda 42,25 37,00 -12
Polonia 34,07 29,64 -13
Portogallo 35,49 34,09 -4
Regno Unito 38,54 35,35 -8
Repubblica Ceca 35,06 30,93 -12
Romania 31,25 30,62 -2
Slovacchia 33,41 32,49 -6
Slovenia 34,53 32,39 -6
Spagna 36,99 32,96 -11
Svezia 42,45 35,99 -15
Ungheria 34,82 32,14 -8
Media Europea 39,40 35,20 -11


Un'idea più precisa sulle tendenze del mercato del latte europeo la si coglie guardando i prezzi dei Paesi grandi produttori, come Germania e Francia, per citare alcuni fra i più importanti. In Germania il prezzo si è fermato a novembre (il più recente fornito dalla DG Agri della Commissione europea) a 35,14 euro, 6,12 centesimi in meno rispetto a inizio 2014, quando le quotazioni raggiungevano quota 41,26 centesimi al litro. Da quel momento la flessione dei prezzi è proseguita senza interruzioni per tutto l'anno. Situazione analoga la troviamo in Francia che ha chiuso il 2014 con il prezzo di 36 centesimi al litro, in lieve recupero rispetto ai minimi dell'anno (33,48 centesimi di euro), ma pur sempre al di sotto dei 38,58 centesimi di euro con i quali si era aperto il 2014. Che in tutta Europa il prezzo del latte sia in caduta lo confermano poi i dati medi calcolati dalla Commissione europea. Dai 39,91 centesimi di euro di gennaio 2014, si è scesi ai 35,20 centesimi al litro di novembre.

Latte e petrolio
Il trend per il prezzo del latte europeo appare dunque improntato al segno meno e anche questa volta in sincronia con l'evoluzione del prezzo del petrolio, quasi che i due prodotti, “oro bianco” e “oro nero”, siano legati da identico destino, stranezza solo apparente della quale ha parlato anche Agronotizie qualche tempo fa. E per il petrolio, come per il latte, la discesa del prezzo è in gran parte legata all'aumento delle produzioni. Produrre più latte sembra essere divenuta la parola d'ordine per affrontare lo stop alle quote latte, che cesseranno di esistere fra meno di 90 giorni, quanti ne mancano al primo aprile 2015. Così in Germania la quantità di latte prodotto è già aumentata del 4,1%, del 6,7% in Francia, dell'8,2% nel Regno Unito. Percentuali che si riferiscono al periodo aprile-settembre 2014, data ultima delle rilevazioni comunitarie. In Italia, già lo ha reso noto Agronotizie, la produzione è cresciuta del 3,7%, tanto da far temere un superamento della quota nazionale, con le conseguenti nuove (e ultime) multe. La tendenza in atto in Europa è dunque quella di un aumento della produzione che già oggi è in media del 5% superiore a quella dell'anno precedente. Percentuale che sembra destinata a crescere ancora negli ultimi mesi della campagna in corso. Una “corsa” che potrebbe continuare dopo il primo aprile, non più frenata dalla presenza delle quote. Se questa previsione si avvererà il prezzo del latte potrebbe subire altre flessioni. Non si spiega altrimenti il comportamento delle industrie lattiero-casearie, arroccate nel loro no alle richieste degli allevatori.