Prosegue la fase positiva della suinicoltura italiana, che anche a giugno mette a segno un + 4,5% rispetto al mese precedente. Lo dicono i numeri dell'indice Crefis, il Centro ricerche economiche sulle filiere suinicole dell'Università Cattolica di Piacenza. A sostenere i redditi dei suinicoltori è la congiuntura di mercato. Crescono infatti ancora i prezzi dei suini pesanti da macello (+3,9% fermandosi a 1,518 euro/Kg alla Cun suini), ma aumentano anche i suini leggeri da macello (+3,8%, sino a 1,654 euro/Kg sul mercato di Modena). Scendono, invece, i prezzi dei suinetti da allevamento (-3,8%, sino a 2,798 euro/Kg a Mantova)
A segnalare che per la suinicoltura questa è una fase davvero ben più favorevole del passato c’è l’indice tendenziale, ovvero calcolato rispetto al mese di giugno dell’anno scorso, che raggiunge +31%. Qui a pesare positivamente sono soprattutto i
costi delle materie prime alimentari che in questi primi mesi dell’anno risultano decisamente più bassi rispetto alle quotazioni raggiunte nel corso dello stesso periodo del 2013.

Macelli in flessione
L’apprezzamento dei suini pesanti grava sulla redditività della fase di macellazione. L’indice Crefis per questa fase della filiera, calcola per il mese di giugno un peggioramento del 3,4 % rispetto a maggio; il dato, invece, è stabile dal punto di vista tendenziale. D’altro canto, a giugno la macellazione non è aiutata dal mercato delle carni fresche macellate: i lombi taglio Modena rispetto a maggio perdono lo 0,7% (raggiungendo 4,767 euro/Kg), mentre le cosce leggere per crudo Dop scendono dello 0,3% (3,540 euro/kg alla Cun-tagli). Vanno meglio le cosce pesanti per Dop (+1,6%) e le cosce per prosciutti generici (+0,7% tipologia leggera e +2,0% tipologia pesante).

Prosciutti Dop in calo
Giugno non porta buone notizie nemmeno alla fase di stagionatura dei prosciutti Dop. L’indice di redditività della tipologia leggera cala infatti dello 0,4% rispetto a maggio, mentre rimane stabile il dato dei prosciutti pesanti. Una situazione sulla quale gravano, in particolare, i prezzi in discesa dei prosciutti Dop: il Parma stagionato ha registrato, a giugno, un -0,4%, mentre è rimasta al palo la quotazione della tipologia pesante.
Aumenta invece, e in modo molto sensibile, la redditività dei prosciutti non tutelati, sia leggeri che pesanti, cresciuta di oltre il 4% rispetto al mese precedente. Andamenti confermati dai dati tendenziali di redditività: -1,5% per i prosciutti Dop e +16,4% per i prosciutti generici.
A giugno – sottolinea Gabriele Canali, direttore del Crefis – è tornato ad ampliarsi il differenziale di redditività tra i prosciutti Dop e quelli non tipici, purtroppo a favore di questi ultimi; il gap è superiore all’11%. Una situazione, questa, decisamente anomala e preoccupante, non solo per gli stagionatori ma per tutta la filiera”.