In Italia la produzione di latte è in continua flessione. Lo confermano i dati del Sian (sistema informativo agricolo nazionale) che nel novembre 2013 hanno registrato una produzione di 6,981 milioni di tonnellate, 120 mila tonnellate in meno rispetto ai 12 mesi precedenti. Se da un lato questo andamento della produzione ci mette al riparo dal rischio di nuove multe, dall’altro conferma l’affanno di un settore da tempo in difficoltà. Ora, almeno in Lombardia, il prezzo del latte è stato fissato (si veda Agronotizie di alcune settimane fa) a 44,5 centesimi al litro. In altre Regioni, come nelle Marche, in Lazio e in Sicilia, si preme per ottenere un analogo risultato. La trattativa non sarà facile, ma aumenti rispetto al passato sono prevedibili. I margini di guadagno per gli allevamenti restano bassi, ma fanno tirare un respiro di sollievo, tanto che si potrebbe persino pensare ad un aumento della produzione. Che però non è consentito al singolo allevatore, stretto nel confine della propria quota produttiva di riferimento. Con l’incubo, in caso di esubero, di dover comunque pagare una multa, che potrebbe essere restituita solo in fase di compensazione, a chiusura della campagna produttiva e dopo che i “conti” sono stati chiusi.

La proposta
Ecco allora la proposta che l'Alleanza delle cooperative agroalimentari ha avanzato al ministero delle Politiche agricole. Visto che la quota nazionale di produzione di latte non sarà superata nemmeno quest'anno, si potrebbe ridurre del 10% l'ammontare del prelievo supplementare per la campagna in corso. In questo modo gli allevatori potrebbero agevolmente aumentare la produzione al fine di contenere i costi.
La proposta ha incontrato il favore dell'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, che a questo proposito ha ricordato come una stessa soluzione fosse stata suggerita in passato dallo stesso Fava insieme ai colleghi assessori di Piemonte e Veneto. “È sconcertante – ha detto Fava - che Agea rifiuti la richiesta avanzata a suo tempo da Lombardia, Piemonte e Veneto e oggi dall'Alleanza delle cooperative per l'Italia. Siamo alle prese con la solita rigidità della burocrazia, tanto più grave quando oggi appare evidente che anche quest'anno l'Italia non supera la quota nazionale fissata dall'Unione Europea.