Coldiretti, Copagri, Legacoop, Cia, Unitalia, Opas, Assocom, Assosuini, Asser.
Il tavolo ha fatto il punto sull'avanzamento del Protocollo d'intesa siglato a Mantova lo scorso 8 luglio e sulle difficoltà che stanno paralizzando la redditività nelle fasi di allevamento e macellazione. Fra le cause di una crisi che sta avendo ripercussioni sulla sopravvivenza stessa delle imprese agro-zootecniche, con un forte spostamento verso la soccida, ci sono: lo stallo della Cun, da due mesi abbandonata dagli industriali acquirenti; l'aumento dei costi di produzione; l'esposizione finanziaria degli allevamenti; il calo dei consumi. "Nel futuro Programma di sviluppo rurale della Lombardia - annuncia l'assessore Fava - garantiremo misure specifiche per l'accesso al credito, in collaborazione con Finlombarda e parallelamente, porteremo avanti un dialogo con l'Unione europea, affinché vengano riviste profondamente le zone vulnerabili ai nitrati, che oggi penalizzano duramente l'allevamento suinicolo, per colpa di un'impostazione errata sulle fonti di inquinamento da azoto".
Secondo l'assessore all'Agricoltura Fava "è fondamentale che il tavolo interregionale individui una strategia di azione e di programmazione produttiva, attraverso la valorizzazione della salumeria Dop, della carne fresca individuabile come made in Italy, di una contrattazione effettiva e con la presenza dei venditori e degli acquirenti". "Solo con linee chiare e definite - precisa Fava - la politica potrà accompagnare la filiera in un percorso di rilancio". "Se il ministero delle Politiche agricole non dovesse svolgere pienamente il proprio ruolo, - conclude l'assessore - la Lombardia è pronta a chiedere di gestire autonomamente un comparto, che vede l'82% dei suini italiani prodotti al Nord e che nella Macroregione agricola troverebbe il proprio terreno di riferimento".
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