E' un comparto che si prepara all'eutanasia. Con queste parole Saverio De Bonis, presidente di Anlac (Associazione nazionale liberi allevatori di conigli) ha descritto la difficile congiuntura che il settore cunicolo sta attraversando. Il prezzo di mercato, da mesi sotto il limite dei due euro per kg di peso vivo, è crollato in queste ultime settimane a 1,75 euro. Questa la media indicata da Ismea per la settimana che va dal 6 al 12 maggio. Prezzi che non coprono nemmeno i costi di produzione, che in molti casi (si veda in proposito Agronotizie) superano i due euro per chilogrammo e difficilmente scendono sotto 1,7 euro al chilo. Ancora una volta la coniglicoltura deve confrontarsi con una crisi che prosegue da tempo, tanto da aver portato alla chiusura di numerosi allevamenti e al dimezzamento in cinque anni della produzione nazionale.

Le colpe

Quali le cause di questa debacle? A detta di De Bonis, che è anche commissario nazionale della Cun-Conigli (la commissione unica nazionale, una sorta di mercato di riferimento per il settore), le responsabilità vanno cercate nell'importazione di prodotto estero, dalla Francia in particolare, a prezzi fuori mercato, persino più bassi di quelli praticati sui mercati di origine. “La politica – afferma De Bonis - sinora non è riuscita a dare risposte efficaci mentre il piano di rilancio del settore, approvato in conferenza Stato-Regioni, è fermo da anni nei cassetti del Ministero.”

Un appello al ministro

Dall'Anlac parte così un appello all'indirizzo del neo ministro Nunzia De Girolamo, affinché siano messe in atto le misure di questo piano di settore. Si chiede poi di utilizzare gli strumenti della legge 71/2005 per contrastare l'agropirateria e per difendere il made in Italy. “Basta – afferma con vigore De Bonis - Conigli stranieri che vengono spacciati per italiani, conigli congelati che vengono spacciati per freschi, abusi e intese, costo dei mangimi in continuo rialzo anche quando le quotazioni delle materie prime si abbassano.”

Più controlli

Al ministro si chiede poi di attivare i controlli per verificare se sono in atto vendite sottocosto praticate dalla nuova Cun-Conigli e dalle Borse merci di Verona e Padova. Controlli che dovrebbero coinvolgere anche Bruxelles per verificare la presenza di aiuti di Stato indebiti (che spiegherebbero il basso prezzo dei prodotti importati) o violazione delle regole europee antidumping.